Soltanto echi di pietra dei miei occhi,
palpebre condannate a cecità,
ventre tattile mima affusolandosi
le doglie di quel parto misterioso,
O piangere le lettere di lacrime,
usando il rigo come fazzoletto,
andare a capo è aversele asciugate –
illuso solamente, questo sono! –
e ancora piango, utero, la mano,
grida il suo movimento
cuccioli di parole,
madre prolificissima
si mostra tutto l'aborto spontaneo
del sangue che diviene infine nero,
ché troppo a lungo mi è rimasto dentro!
Leggi un'altra Poesia Tutti gli Argomenti
Immagini con frasi
Consigliati
Ultimi argomenti inseriti
Commenti