L'era dell'Apocalisse*
Guai a voi terra e mare che ospitate uomini e bestie,
donne fertili e sterili, stelle cadenti e sangue innocente.
I fiumi scendono con estrema violenza dalle montagne,
le frane aprono ferite profonde su volti umani e panorami.
I giorni sono pieni di tuoni e piogge calde piene di lacrime
di occhi aperti al cielo che lampeggia vomitando fumi neri.
Il tempo si allunga come i serpenti strisciando su prati verdi
colpendo con fruste di nervi viscidi le spalle di uomini violenti
che hanno calpestato tutti i civili codici dell'umana esistenza.
Gli animali non ubbidiscono più ai loro padroni né li seguono,
le donne incinte gridano avvolte in scialli di nuvole rossastre,
sull'orizzonte pieno di colori di fuoco l'Uomo Signore appare.
"Un angelo uscì e gridò a gran voce a colui che era sulla nube:
Getta la tua falce sulla terra e mieti: è giunta l'ora di mietere.
Un altro angelo che ha potere sul fuoco, uscì dall'altare e gridò:
Getta la tua falce affilata e vendemmia i grappoli della vigna.
Poi gettò l'uva nel grande tino dell'ira di Dio e ne uscì sangue
fino al morso dei cavalli, per una distanza di duecento miglia".
L'Apocalisse vive in questo tempo, volteggia nell'aria e nelle case,
nei tribunali e negli occhi ardenti che guardano dall'alto in basso,
non si rispettano né vecchi, né bambini, né signore, né signorine.
Nelle strade si vive di droga, di furfanti, ladroni e molti falsi signori.
Siamo giunti alle porte della città terrestre che ormai puzza a sterco.
Siamo all'ultimo, scegliere: vivere per essere veri uomini o perire?
Composta mercoledì 13 dicembre 2017
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