I
Allora morirò,
e sceglierò come mia bara il mare,
cadrà come una solitaria lacrima
il colore del lutto con la Notte
scivolerà pian piano in questo Tempo,
sulla guancia di tutto l'universo,
gli occhi ardenti dei miei cari saranno
in questa chiesa ch'è l'oscurità
tutt'una scia di ceri a consumarsi,
la preghiera del loro esserci stati,
ricostruirà nei pezzi l'interezza,
sarà la luce un pianto, testimone
di quello che son stato, riprodotto.
II
La tenebra di un essere
ch'è l'Universo non oscura tutto,
nella loro miseria illimitata,
e nell'ora più buia ch'è non ora,
ma diverse, tantissime, incontabili,
non avranno paura le circondi
l'animo della Morte onnipresente
con la carne di un colore di lutto,
i sentimenti della cecità,
del sonno, della palpebra abbassata,
del ciglio ch'è lasciato solo avanti,
della disperazione del mutismo,
saranno esorcizzati dalle stelle,
lacrime che faranno da pupille,
ceri che fungeranno da preghiere.
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