Per te Patrizia Spano
Un attimo e mi fermo ancora a pensarti, come tutti i giorni da quando hai imparato a mancarmi,
Sei partita senza un saluto, senza una carezza di conforto, lasciandomi,
e la tua anima a danzarmi intorno, come una farfalla solitaria e forte.
Sono le tue parole, la tua unica voce che mi accompagna.
Vedi amica mia, io penso vecchio, ho la malattia dentro, l'umana malattia dentro
conosco il tempo che manca e troppo spesso ascolto il silenzio, tormentarmi,
io... possiedo lacrime antiche di pazienza, e conto ancora i giorni con le dita
vedi amica mia, siamo come barche in secca al cuocere del sale, rassegnati
senza una speranza, che il mare ci possa svegliare
viviamo la malinconia di una tempesta e di un vento che ci portava lontano
un tempo che ci gonfiava le vele e ci faceva sognare
non avremmo mai potuto immaginare la prigione
che solenne, attendeva di fermarci, di incatenarci ai ricordi
tanto che i sospiri si sono fatti pesanti
vorrei ancora sentirti, vorrei che ti lamentassi per i tuoi giorni mancanti
per un'agognata pensione, dopo la malattia e la dura fatica
non ti hanno concesso tempo, e chi ci governa te ne ha chiesto troppo
non hai atteso oltre
hai ripreso il mare, per fuggire da questo freddo inverno
da questo ingrato posto di dolore
ed io ti immagino
voglio immaginarti varcare il cancello
e sopra il ponte
girarti per l'ultima volta
e salutarmi.
Composta giovedì 3 gennaio 2019
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