Nereide
In una piazza del sud, assolata
le dissero che era una sirena
un minimo di galanteria in più
e un quid in meno di volgarità
rispetto al complimento spesso udito
nelle sue gelide e nebbiose città.
Ma lei non ci aveva mai badato
e - rispondendo al richiamo di libertà -
il mare aveva sempre cercato,
col fondo amaro quanto la sua pena.
L'ambiguità - sentiva - era la sua natura,
l'essere a metà tra la carne e il sogno,
lo sfuggire ad ogni catalogazione,
farsi una beffa delle reti tese.
Quell'amalgama di voluttà e cura,
di responsabilità e affermazione,
che la rendeva e la rese
un ponte vivo per l'eternità
perché non solo la donna è vita
ma la Vita è Donna, e ognuna
ha in sé dolore, piacere e - non percepita-
la malia silente della nascosta
misteriosa altra faccia della luna.
dal libro "La volpe e la parola" di Carla Vercelli
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