Preghiera pagana
Occhi ardiscono
sparite lontananze
penombre inargentano
attese disperse sulle palpebre
respiri di nuvole spoglie
franano sulle nostre lastre infrante
il seme disseccato sulla carne
feconderà le colpe e il frutto,
lo chiameremo sangue
sia fatta la volontà delle mancanze
del fiore appena nato, appassito
nel prato inaridito e cocente
della fragilità della mente
della vita fatta niente
di ogni madre ferita da spine di rose nel ventre
e di tutti gli istanti che diventano gocce
sia fatta la volontà del cielo
del buio del lampo del tuono
del nero frastuono
della bellezza crollata
della memoria
e di ogni parola aperta astrusa
incompresa richiusa, allineata
sui bordi dell'esistenza
sperando che una qualsiasi eternità
la possegga
sia fatta la volontà di ogni preghiera cieca,
disperata e speranzosa
urlata o taciuta
dalle ginocchia spalancate, devastate della sera.
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