Scritta da: Marco Carbone

Quello che si farà per te

Erano vent'anni che non piangevo;
adesso mi sembra che tutto il tempo
sia passato invano; sugli sfondi opachi
e un po' tristi degli smalti da lavare,
e sulla ruggine degli occhi degli
innamorati. Tu sei morta; e non capisco
come ciò possa essere accaduto;
mi ricordo che camminavi con il bastone;
(la gente ha sempre rispetto per chi
cammina piano, o questo vale
per me soltanto? ) e mi regalavi ogni giorno
delle poesie. Non ho mai capito
perché scrivevi così tanto, forse sapevi
che il tuo tempo stava per finire?
Io credevo invece che avessimo
un'intera vita davanti.
Che senso ha oggi questa città, che non
Mi è sembrata mai tanto orrenda,
e questa stupida estate?
Tu sei morta, ma forse non te ne sei
ancora accorta. E scrivi i tuoi versi stando
sulle ginocchia. Oggi non pesi più di
quaranta chili e incominci a cantare
come un'allodola. Io sono qui che scrivo
e mi sembra di aver sbagliato ancora.
Tu mi dicevi che avevo talento, ma adesso
Non riesco a distinguere l'acca dalle vocali,
e mi chiedo qual è il senso di questo spettacolo?

Non sono venuto al tuo funerale. Non so quanta
gente c'era e quante facce ti hanno accompagnato.
Tutto si sarà svolto in fretta; qualche lacrima
(ma penso poche), delle fredde condoglianze.
La tua cerimonia sarà stata uguale a tante altre.
Tu adesso non ci sei più; ed è inutile questa poesia
e tutto quello che si farà per te.
Io non ti sto parlando, non ti sto scrivendo,
sebbene m'illudo di questo.
Domani dei rumori seguiranno altri
rumori, le strade saranno verniciate con strisce
nuove, di tanto in tanto delle lucciole
ci parleranno, e tutto sarà tranquillo:

questo è ciò che più non sopporto.

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