Mia cara donna,
ti scrivo, perché sei tanto lontana, da non più udire la mia voce;
da quando il moderno vento spazza via i sentimenti, mi trascino nell'essere, svuotato del tuo sostegno;
il tuo volto si è coperto di un velo che ne sbiadisce i tratti e alla luce del giorno, non si chiariscono i ruoli.
Mia cara,
distante è il tempo dei tuoi semplici gesti, barattati con voglie di diverso profilo;
distante è il tempo del focolare, poiché distratta da nuove passioni, non già alimenti il fuoco dell'amore.
Mia cara donna,
sbandato in una folla di sbandati, inutilmente ti cerco, e tendo la mano elemosinando il tuo sguardo;
vago è il ricordo del tuo mutevole aspetto;
sfumata l'essenza dell'aria che respiro.
Di te mi mancano i bianchi capelli, annuncio del nascere di un'era;
di te mi manca l'abbraccio di vita, quando questa vuol fare a meno di sé;
ti prego torna... torna com'eri!
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