Che ragione c'è di guardare ancora
Che ragione c'è di guardare ancora
il cielo il mare e le stelle
di correre dietro restie illusioni
e attizzare altro fuoco nel cuore.
Si sbriciola e si accorcia la vita
forse domani sarà tutto compiuto
e non gireremo più intorno al nulla
smidollato è già ogni desiderio
rasa al suolo la speranza
e niente e niente più voglio
della schiuma che si è dissolta.
Mi resta sì il respiro in salita
il ricordo di qualche imbarco
sull'arenata goletta dell'avvenire
la conoscenza acuta della realtà
da cui fui sorpreso e sconfitto
quando una scintilla mi illuminò
e l'animo in salute ammalò
dell'incurabile morbo di vivere.
Possiamo appena solo narrare
deglutire davanti a blindate
vetrine di sogni luccicanti,
pensare di vedere e sentire
ciò che da tanto non ci appartiene:
giovinezza e amore.
Che accade di visibile conforto
oltre lo sgocciolio del tempo
e il tedio del prima e del dopo
il venir del vuoto compimento
senza aver visto mai il pieno!
Passano di gitto figure di seta
sorrisi e fili di luce nello sguardo
anteriore di me che ieri fui la sera
spenti toni poi effonde l'arpa muta
tra le grate della cella buia
in cui sconto la mia condanna
bramando condono di giorni futuri.
Oh il sole irraggiunto... irraggiungibile
che conserva il suo oro sorridente!
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