A mio padre
C'è ancora quella strada
ch'è sempre nuova
all'occhio estraneo e al cuore
che non percepisce quel monotono strazio.
Quante e quante volte percorresti
quattro volte al giorno
quella strada consumata e là lasciavi
di volta in volta la tua vita.
Nel lavoro trovavi la battaglia
perenne dell'operaio
che si ribella
per la conoscenza
di una vita nuova
migliore nella fatica.
Ma la macchina
ancora nemica dell'uomo
aiutata dall'ambiente insano
carpì la tua vita
straziando il tuo corpo.
A te fin dai giorni giovani
rinnovai la mia lotta cercando la sicurezza
la dignità, la fratellanza
che tu volevi nel lavoro
e nella vita che più non è.
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