Gli affanni spesso ammutoliscono il poeta,
che mesto getta via la sua penna,
straccia con forza i fogli dal suo taccuino
e con la testa fra le mani, chino se ne sta
solo e in disparte mentre la folla scorre
cieca e indifferente, calpestando la sua ombra.
Così rivolge lo sguardo al cielo, immaginando
che le nuvole faccian leggere da porta ritratto
all'immagine della sua amata, l'unica che
può guarir le sue ferite con un sorriso
cercando di lenire la sua sofferenza.
L'ammira, sospira e rapido s'asciuga
le lacrime, tanto da permettere che
un vago riso riappaia sul viso prima
solcato dal pianto.
Rincuorato raccoglie la sua penna e
sull'unico foglio ancora intatto
ritorna a scriver i suoi lamenti d'amore.
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