Lo squarcio
Divampa nel cielo
la scelleratezza.
Tutto è rosso.
Brucia le carni il fuoco,
avido di grida,
avido di corpi.
Arrivano i reporter,
e l'impudenza.
Si spendono parole,
e bei discorsi,
bla, bla, bla.
Si spengono in silenzio
i flebili respiri,
uno dopo l'altro,
17, 18, 19.
Reclama il suo ruolo il destino
e con lui un mediocre
in calo di ascolti.
Non vi è spazio per loro,
né gloria.
Mentre scorrono lente
le bare
trionfa senza pari
la vergogna.
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