Ode alla mia sultana
Quando il buon Dio
creò l'universo
mise il cuore nel palmo
e rimase a guardarlo palpitare
in silenzio.
Poi il buon Dio
racchiuse tutto
l'universo in
un uovo
prese la mia sultana
e glielo mise nel petto.
Così ogni volta che
la mia sultana
ama
si schiude l'universo come
in quel primo giorno
in cui fu creato
il tempo
il sole
il cielo
le stelle
la luna
il fiore e
la mia sultana.
Che è la prima
di tutte le donne
non perché nacque
prima di tutte le donne
prima perfino a Eva
ma perché tutte le donne
contiene
nel grembo
perché la mia sultana
è madre
è terra
è un fiume di lava
che tutto travolge
che tutto fonde
che avanza lento e
infuocato
che vuoi
toccare ma
le mani da
preservare
sono un ostacolo
funesto
funesto.
La mia sultana sta
ai piedi della croce
con gli occhi più
appassionati
della terra
raccoglie le lagrime
di Gesù che
muore e
non si accorge
di me
che tolgo
la corona
di spine.
La mia sultana è
un pettirosso sulla
spalla di un
poeta
un colibrì ch beve
nettare
da un fiore
un'abbazia
imponente
in cima a
un monte.
Percorro l'erta
arrancando
e mi sorprende
il profumo
dell'estate
che è il profumo
della mia
sultana
odore di
ginestra
odore di
roccia
odore di erba
selvatica cresciuta
tra le rocce.
Come un asino
procedo
in silenzio
col capo
chino.
E nel mio sogno
d'amore
senza fine
porto
la mia sultana
sulla groppa
con un fascio
di rose
tra le braccia e
una corona di
ciliegio
intorno alle
tempie.
E la mia sultana
è sultana
tra i fiori.
E si schiude
il mio cuore
come quel primo
giorno in cui
fu creato
il tempo
il sole
il cielo
le stelle
la luna
il fiore e
la mia sultana.
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