L'incontro
Suonano a morte le dure campane,
in quest'eterna pioggia d'inverno
lugubre il posto come l'inferno
si sentono i gemiti delle puttane.
E vado di fretta non voglio sentire,
né tantomeno voglio vedere,
vado di fretta, voglio dormire.
Ma volto l'angolo di via Leopardi
e m'è bastato il gioco di sguardi,
scambi d'occhiate lunghi trent'anni,
ho visto me stesso ma in altri panni.
Ho visto un bell'uomo tutto rasato,
cravatta azzurra e completo blu,
melanconico ma realizzato,
m'ha detto questo non sei tu.
Io gli risposto: - sono un gigante,
vengo dall'India col mio elefante
mi nutro di sogni e di fantasia
sentimi bello vattene via.
Sono in ricerca del puro godere,
o mio impacchettato gemello,
troppe cose voglio vedere
ma porto agilmente questo fardello.
Rispose piangendo il mio clone,
scandiva le sillabe singhiozzando
: "o mio fratello hai ragione!
Tra le dita la vita
mi sta scivolando."
Unisciti a me fotocopia triste,
in questo viaggio verso l'ignoto,
vediamo se una vita migliore esiste,
colmiamo insieme il nostro vuoto.
Ecco che spunta l'arcobaleno,
nelle pozzanghere il sole abbaglia,
e come lo zucchero insieme al veleno,
il dottore va a spasso con la canaglia,
finiranno al fianco la loro battaglia.
Composta mercoledì 26 agosto 2009
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