A te
Le tue mani rugose,
accompagnavano i miei primi anni di vita
ed in quelle mani,
v'era il conforto della saggezza.
Ricordo ancora i tuoi racconti,
che nelle giornate raccolte
dal freddo dell'inverno,
erano pillole di saggezza e d'esempio
per noi figli
dei tuoi figli.
E nelle sere di nebbia un tuo sorriso
sembrava regalarci la luce
della tua mai abbandonata speranza.
E tra quelle mani,
che di rughe e calli
il lavoro tuo faticoso incise
ritrovavo il calore delle tue carezze,
come un padre che per il figlio
si scopre,
per ripararlo dal freddo della vita.
Ricordo ancora i tuoi sorrisi,
così come i tuoi rimproveri
che rafforzavano l'anima mia.
Ed ho ancora tra le mani
i tuoi preziosi semi che mi desti
che adesso semino nel terreno della vita,
quella vita
che amaramente mi derubò,
della tua preziosa presenza.
Un ultimo respiro tra le mie braccia...
sentii la placida morte a te arrivare
che spietata,
ti strappò da me.
L'ultimo tuo sguardo al mondo
un istante agonizzante ti soffocò il respiro,
quell'istante,
che mi travolse
nel dolore per averti perso.
Quell'istante,
suggellato da quell'urlo impotente
che invano ti chiamò a sé.
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