In gabbia
È in gabbia la mia pelle che
Stilla rugiada e miele amaro.
Dietro le sbarre mi arrendo
e il mare è lontano, troppo
Per poterne gustare l'odore
e la terra che di sé mi nutrì
d'un tratto marcisce e sprofonda,
trema, s'agita e sprofonda ancora
schiacciata dal cielo che mai
così malvagio e pesante mi parve.
Ma nei tuoi occhi io posso salvarmi:
Tu, sola solida ancora della vita mia,
Sfuggi alle mani e alle ali del cuore.
Composta sabato 25 aprile 2009
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