Il destino di un macigno
Son macchina
Fisso su metallo
Bloccato in ossa e carne
Gelo incandescente attorno me
Lava rattrappita entro me
Vivo questa vita
Nonostante il mio problema
Perché di questo si tratta
Un problema
e nulla più
Non posso più correre
Da tempo non odo
l'aria che la faccia mi accarezzava
Nelle calde mattine sui bagniasciuga
Mentre correvo ad abbracciar Marina
Son vuoto ormai
Non vedo nessun motivo per lottare
Nessuna fede da servire
Né ragionamento a cui aggrappare
l'anima mia lesa
Non posso più sperare
Il raccontare di bei avvenimenti
Di letizia e pazzia
Che portavo dentro e vivevo
Con tutto me stesso
Ora son diviso
La mia mente che un tempo così vivace
Ora è costretta alla noia imperitura
Il mio corpo in silenzio si lascia morire
e io con lui
Son così oramai
Tutto ciò che mi resta
Son le rimembranze
Di tempi trascorsi in felicità
Ch'io possa uscir pazzo
Io son solo pietra ormai
Il mio triste destino è già scritto
Nient'altro che roccia lavica gelata
Che aspetta solo lo scorrere delle stagioni
Per esser dimenticata
l'inutilità è il mio destino
La gabbia di questa vergine di ferro
Con aculei adunchi e rugginei
Inietti nelle mie carni infette
Il dolore è emozione unica provata
Non vi è davvero speranza
Per un uomo che non può più
Essere?
Forse troverò sollievo
Col canto lieve del martirio
Non riesco a viver di sola fantasia
Il mondo è cosa fantastica
e non riesco a immaginare
Altro luogo che vorrei lodare
Altra gente che vorrei amare
Ridete lieti o angeli infernali
Che sto per raggiunger il luogo ultimo
e se forse errano i preti
Comunque nel nulla correrò
e si aprirà una nuova esperienza
Io sto per tornare cara speranza
Nella felicità dell'istante
In cui istante mai più sarà
Dimenticherò l'ultimo ricordo
Con un abbraccio di luce ed ombra.
Composta mercoledì 18 novembre 2009
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