Alla mia morte
Quando i miei pensieri si confusero
con le linee della vita, il mio stesso
essere, mi negò la certezza di
esistere, privandomi dei miei ricordi.
Languidi occhi, guardandomi,
si rammentarono come io ero.
Visi dimessi, scorserò e altri
ancora, accarezzarono la mia casa.
Mai tanta gente fu qui accanto a me
a ricordarsi del tempo che fù.
Quante maschere truccate a lutto
furono presenti in codesto giorno.
Ah, se potessi parlare e magari
muovermi, vi decanterei il mio dolore.
Vi annuncerei che il tempo
per lamentarsi è cessato.
Felici amici miei, liberatevi dalla
vostra stessa condanna ed
evadete dalle celle, da voi stessi
costruite. Imparate a vivere.
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