Scritta da: ania

Fiesta

Folgore di tutto punto
danzano le Ore intorno
favola antica, una ninfa plebea
accosta l'anima all'orecchio del diavolo.
Vorrei immaginare una colomba errante
ma un topo di fogna invade i pensieri.
Luoghi lontani, asce decadute
brilla la statua del re Salomone.
Ma nessun pesce sporge dall'acquario
nessuna tartaruga osa camminare
oltre il territorio proibito.
Un balzo ed eccoci qua
a rimirar l'ombra dei caduti ignoti.
Acqua bollente sprizza da una lancia
infilza il sacro cuore dei tuoi amori patiti.
Un eroe stiamo aspettando
uno stupido ed inaspettato eroe.
"Io, io" gridano le voci
giammai rivedrei i loro squallidi volti
invasi dall'egoismo.
Fuori da questa volta
ecco il regno proibito
invita al canto un leggiadro amorino.
Ooooo
vento vocale che tutto riempie
apre le sue note per lo Spettacolo finale.
No spettatori, niente applausi,
richiede il primo attore lo scordato spirito!
Rami divincolati nella selva selvaggia
funi rampicanti strozzano la vita.
Uno spiraglio di luce anima la serata
che spenge la sua fiamma, ahimè,
sul riso di chi non ne vuole sapere.
Giornate divine e passeggiate in festa
il menù del mattino
fa gola al cieco improvvisante.
Bandita la tavola
è dato avvio allo svago
ma lui
all'angolo della Terra,
rannicchiato nei ricordi,
solo con i suoi lamenti
solo con il suo cuore.
Composta lunedì 20 maggio 2002

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    Info

    Scritta da: ania
    Riferimento:
    Ogni poesia, ogni racconto, ogni parola creata è un fiore. Nascono da esperienze, impressioni, sensazioni profonde. Hanno il potere di tirar fuori il nascosto, l'inspiegabile. Si muovono al variare degli stati d'animo.
    Quel che vi racconterò è un percorso.
    Avevo tredici anni quando cominciai a scrivere; e non si trattava più del tema o della relazione assegnata come compito dall'insegnante. Presi un quaderno, un giorno, e decisi di scrivere tutto quello che mi veniva in mente, prima, come dialogo con un diario segreto, poi, come brevi scritti o riflessioni su ciò che mi accadeva.
    Vedevo come questo mi aiutava ad esprimermi, rendermi consapevole di come mi sentivo, a sfogarmi nei momenti più difficili. Sentivo come anche da sensazioni quali il senso di nullità, la paura, l'essere arrabbiato si potesse creare opera. Ciò mi faceva pensare che non bisognasse per forza essere perfetti per creare qualcosa di importante.
    Un fiore, in fondo, è qualcosa di molto semplice: è un seme, un po' di terra, dell'acqua... ma cresce, cresce, diventa stelo, e poi colori, foglie, è un piacere alla vista, è un'opera.

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