Scritta da: Paolo

Chachacha

Dolce naufragar che mi par così lento.
All'avventura,
con un pensiero che non desidero sia trafugato e fiacco;
il pensiero forte e figlio di una vita
come fosse un tormento.
E qua la terra è forte, altresì giunta a qualcosa di ancor più coriaceo...
non passano i soffi, ma sostiene a braccia conserte i passi.
La gente ci balla sopra...
... dalla donna con ombrello e scarpe col tacco
- dall'alto, nel basso -
... all'uomo ignudo con la barba lunga e gli occhi cisposi.
Alla danza nemmeno il mare si scuote.
Fermo, presente, ha nome d'uomo,
ma si muove sempre con nome di donna.
Ricordo che con questa gente c'ero.
Forse ancora ci sono.
Una volta sapevo salire solo le scale,
dormire, ma non ballare.
Oggi, se può passare attorno a me una donna - tra le fila -
vuol dire che domani posso provare.
Chiudere la bocca, e non più sbraitare col corno,
tornare a casa, anche tra pianure,
giocando ad inseguire le crepe della nostra terra.
Composta mercoledì 5 dicembre 2007

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    Scritta da: Paolo
    Ha partecipato al concorso
    Come un granello di Sabbia

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