Il cerchio nel quadrato
Io qui dietro la finestra,
oltre i vetri un mondo piccolo,
quadrato appunto come la finestra.
Appare oltre i vetri, sfocato
perché velato dalle tendine
che arabescano fiori.
Un mondo immoto, dove a volte
per ore non accade nulla.
Dietro la vecchia fabbrica
che si staglia contro il cielo,
le cime delle montagne
spuntano bianche di neve.
La gatta bianca della vicina
torna a casa entrando dal balcone
passando per i tetti incatramati,
vivida macchia in movimento.
Voli di uccelli: gazze, tortore, passeri
rompono l'aria immobile
quando in assoluta mancanza di vento
vedo gli abiti stesi ad asciugare
come morti cadaveri
appesi ai fili del balcone dell'altra vicina.
Un cortile di donne.
A volte le presenze umane
che vanno e vengono,
il rombo delle auto che si infilano nei garage
rompono quella quiete relativa.
Dall'alba al tramonto variano
i volumi delle cose, nel girare
in tondo della luce del sole,
nella prospettiva sghemba delle ombre.
Nelle notti di plenilunio la luce
argentea e fredda della Luna
genera ombre di nascosti fantasmi.
Poi viene la danza della neve
lieve, per ore e ore piccoli, grandi fiocchi,
ancora una volta cambiano
quel mio mondo quadrato
rendendolo immacolato.
Che dire delle nuvole mai uguali
rosee, nere, come bianco zucchero filato.
Disegnano draghi, angeli, palazzi incantati
che vengono lacerati dalle strisce degli aerei,
bianca scia in un giorno che vola via.
Sopra tutto questo quadrato, piccolo universo
il cielo ad ogni istante uguale
ma sempre diverso.
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