Signora solitudine
Sento un rumore accanto a me.
È lei che si è seduta. Mi guarda.
La desidero, ma non la amo.
Cosa vuoi?
Quando ti cerco arrivi subito.
Se ti chiedo di andar via,
non sparisci.
Se siamo soli, ti percepisco.
Se sono in compagnia,
riesco a toccarti.
Ma non mi colpisci.
Mi piace stare con te,
prigione senza sbarre.
Bello starti accanto,
è uno stato interessante.
Ma dopo aver partorito...
Non mi basti più.
Da te
sono nate le gemelle.
Eterozigote.
Semplicità e complessità.
Aiutami a capirle.
Perché non riesco
a lasciarti?
Signora ambigua,
sei il buio e il lampo,
prigione e libertà,
scelta e imposizione.
Figlia della malinconia,
sorella dell'anima,
madre di rinascite,
Secondino che imprigiona,
ma che sa liberare
la fantasia, le intuizioni.
Compagna di albe e tramonti,
di nascite e morti,
di scelte e fughe,
compagna di te stessa.
Scivoli sulla pelle
perché non riesco
ad asciugarti.
Mi segui mentre
Mi concentro e penso
a un futuro che non conosco,
vicino e inafferrabile.
Come te, signora solitudine.
Composta domenica 27 marzo 2005
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