Scritta da: G. Venturini

Sotto il cielo dell'Iraq

Pupille sbarrate... - i tuoi occhi -
screpolano chimere
dietro un vetro tappezzato
da riflessi di luce,
stroncano fumi evanescenti
di una notte lontana,
diversa da quelle che s'incontrano
sotto gli edifici calcinosi di Bagdad.
Arrendevoli spettri si aggrappano
colmi di spavento, ad anime d'uomo,
per risalire verso le arcate del cielo,
e nel bagliore delle stelle
sentire l'eco della Voce Universale.
L'Iraq ha strappato l'ultima speranza
dal cuore, la terra grida alto il sangue versato,
il nome dei volti perduti.
Miserie d'argilla ai piedi dei monti,
fango e famelica cancrena
spezzano silenzi di anime pellegrine.
Il respiro è mozzato,
da uno sforzo di pensieri,
sfociano parole che cercano amore.
E tu, vagabondo,
straniero nella tua stessa terra,
scandisci ricordi di pace lontana...
accarezzato dal vento,
che si solleva in questa oscura notte,
fra le rovine di Bagdad.
Composta giovedì 10 dicembre 2009

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    Scritta da: G. Venturini
    Ha partecipato al concorso
    Come un granello di Sabbia

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