Nuvole di cartapesta in questo cielo di latta,
poi solo occhi gonfi di sogni delusi dal mattino.
Anima travolta dalla cecità della gente secca,
corrosa dall'io supremo.
Linguaggio insolito in questa Babele senza orecchie
e braccia senza mani a cui tendere che cosa?
Un bisturi fa meno male di questo gelo innaturale.
Corrono gli anni sulle ombre stanche del tramonto,
rivoli di polvere come vecchie nenie scorrono
nell'andar del tempo, e per i viali serrati del destino,
nella luce fioca dei ricordi, appassisce il cuore.
Il campanile rintocca l'ora dei silenzi,
il vento sussurra piano parole ancora da scrivere.
Composta giovedì 10 dicembre 2009
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