Angeli (ad un amico)
Tra le immortali cime dell'Himalaya torneremo,
nelle correnti ascensionali,
sfidate dalle aquile per librarsi in volo,
e salteremo giù,
scorreranno rapide, dietro di noi le rocce,
e passando per boschi, fiumi e vallate,
atterreremo in volo radente,
schernendo il delirio delle nostre follie,
beffandoci delle paure della gelida sorte,
certi che niente potrà farci più male
torneremo tra gli angeli, pronti a volare,
sempre più in alto,
sempre più agili,
e come gabbiani in caduta libera nell'oceano
ci tufferemo in nere, abissali acque
e toccheremo il fondo per poi risalire,
perché niente ci potrà più scalfire,
ma dovrai attendere ancora, amico caro,
ché il tempo quaggiù non è ancora maturo.
Composta lunedì 4 gennaio 2010
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