Poesie inserite da Alessio Fabretti

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Scritta da: Alessio Fabretti

La Sera

Il Tuo corpo caldo
di promesse.

I Tuoi baci languidi.
Schiuse le labbra Tue
percorsa da un fremito
la Tua pelle, quando
leggere perle di sudore
irrorano e infiammano
le Tue gote.

E le Tue mani cercano
il mio corpo.

Percorsa un lampo
di desiderio, avvinghia
e scalda la pelle in un
impetuoso cingersi, cercarsi,
rotolarsi, volersi.

La voce rauca Tua implora,
prendimi...

Cademmo esausti,
l'uno nelle braccia
dell'altro, ma non
vinti dall'Amore.
Composta mercoledì 30 gennaio 2008
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    Scritta da: Alessio Fabretti

    Ieri sera

    La sera s'avanza
    lenta, quando il sole
    stanco si tuffa nell'oceano
    lontano ad Ovest
    in mille vapori fumanti.
    Allora guardo la mia figura
    riflessa nell'acqua,
    i miei calzari
    il mio mantello polveroso.
    Tornando sui miei passi
    lasciando il mare
    il mio cuore trema
    guardando una scritta

    "Perché non sei qui stasera?"

    E ti cerco per le strade
    nei volti dei passanti.
    Poggio la mano sorreggendomi,
    il respiro mi manca,
    chiudo gli occhi e...
    vedo attraverso i tuoi.

    Mani sollevano il capo,
    pietose, ed il selciato tiepido
    attraversa le mie ossa.
    Chini i visi, lieve il bisbigliare.
    Una mano accarezza
    il mio volto rigato e stanco.
    Cerco nella memoria.
    Le Tue mani sfiorano lievi
    i miei occhi tergendoli
    allora... ti guardo
    mentre una pace profonda mi prende,
    m'invade.
    La bocca arida sussurra
    sei... tu...
    ed una fresca rugiada
    bagna le mie labbra
    da tanto tempo inaridite
    sei... tu...
    mentre il respiro m'abbandona.
    Composta domenica 10 febbraio 2008
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      Scritta da: Alessio Fabretti

      Lassù

      Lassù nel palazzo antico
      dietro le finestre in alto,
      chiuse le imposte
      mentre dormi sonni agitati
      lentamente il tenue chiarore
      penetra dalle fessure.
      Rischiarando lambisce le tue mani
      il tuo viso ed i
      capelli sparsi sul cuscino.
      Allora un raggio di sole
      si fa largo e sfiora lievemente
      i tuoi occhi di un alone
      luminoso svegliandoti.
      Allorché pieno il chiarore ormai
      e di luce la tua stanza,
      sei
      Lassù,
      ove, sola con i tuoi pensieri
      soffri
      ancora nel silenzio
      mentre la notte trascorsa
      rigirandoti tra le lenzuola
      intrise del tuo profumo
      non hanno dato quel
      risultato in cui speravi
      di calma e serenità.
      Ferito il fisico e il Tuo Cuore
      volgi lo sguardo al cielo
      ed... una lacrima
      riga il Tuo bel viso
      allora penserai e...
      ricorderai.
      Composta mercoledì 14 gennaio 2009
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        Scritta da: Alessio Fabretti
        Ascolta ancora,
        ancora una volta con pazienza
        e, non con sussiego queste parole.
        Prendile per quelle che sono
        alle volte.

        Un velo di tristezza
        pervade la mia mente e
        lo sguardo di malinconia,
        mentre il mio cuore ferito
        cerca invano e grida
        "Amore dove sei?
        Dove sei se esisti?"

        Anima persa, non vagare
        nelle ombre del passato,
        nei ricordi di tempi ove
        sussurri, baci furtivi
        e sguardi languidi, di gioia
        colmavano, circondando di allegria
        come corone d'alloro il capo.
        Il mio cuore che cantava

        "Amore quanto sei bella.
        Amore,
        Le tue labbra vermiglie
        cercano i miei baci come
        i tuoi occhi con i colori
        dell'arcobaleno, e la tua pelle diafana,
        di olii profumati cosparsa,
        bianca come la luna
        cerca un abbraccio, e,
        lo sguardo accarezza lieve,
        avvolge e mi trascina
        in un'oblio, lontano.

        Socchiudo gli occhi ed
        una melodia prende le mie mani
        lasciandomi andare.

        Andare... Andare...
        Cerco in ogni volto,
        in ogni sguardo i tuoi occhi
        e domando...
        Sei tu?... Sei tu?... Sei tu?...
        Composta venerdì 4 settembre 2009
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          Scritta da: Alessio Fabretti

          La notte

          Ho ascoltato la tua voce
          nel silenzio della notte.
          Anche se la stanchezza del giorno
          pervade le mie ossa e a nulla
          vale la leggera brezza che
          s'alza nell'ora più tarda,
          misero refrigerio nel tormento
          che s'appresta nelle pieghe
          della mia anima.

          Ho ascoltato la tua voce
          nel silenzio della sera.

          Mentre i pensieri lasciati liberi
          nel fluttuare, vagare alla ricerca
          di un posto, nelle braccia
          di chi ti ama nel silenzio
          percorrendo lo spazio infinito,
          e come le nuvole spinte dal vento
          unirsi, riformarsi e fondersi,
          così i nostri pensieri.

          Ho ascoltato la tua voce
          nel silenzio della sera.

          E, ascolto la tua voce
          nel silenzio del giorno
          che sta per nascere di la dal mare.
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            Scritta da: Alessio Fabretti

            È Sera

            Cala la luce del giorno
            ed il nero mantello
            percorre velocemente
            le strade del mondo.

            È sera,
            ma i miei occhi stanchi
            vedono attraverso i tuoi.

            È sera,
            mentre trascorrono lenti
            i minuti che ci separano.

            È sera,
            e la solitudine alle volte
            sì cauta, si insinua
            nella mia mente.

            È sera.
            Tu non ci sei. Dove sei.
            Rispondi.

            È sera,
            e ti cerco continuamente
            per ogni angolo della Terra.

            È sera.
            Tutti nelle case. Si ode
            il tintinnio delle stoviglie,
            ma io son qui che aspetto.

            È sera.
            Ti aspetto come ogni sera che
            tu arrivi, col cuore in gola
            nell'attesa di rivederti e
            di riabbracciarti.

            È sera,
            e la notte è vicina.
            Ascolto il vento e
            le tue parole.

            È sera,
            quando dici
            "È Sera", desidererei
            viverla con te,
            la sera.
            Composta domenica 11 ottobre 2009
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              Scritta da: Alessio Fabretti

              Quanto vorrei

              Quanto vorrei, vederti
              ed è sempre come
              un arcobaleno senza fine.

              Quanto vorrei, che il desiderarti
              è sempre come il primo istante
              quale fuoco inestinguibile.

              Quanto vorrei, carezzare
              i tuoi capelli sì da sentirne
              il tessuto rimanere impigliato
              tra le dita quale
              "sole nascente".

              Quanto vorrei, correrti incontro
              e abbracciandoti gridare al
              mondo intero "ti amo".

              Quanto vorrei, che
              il mio leggero bacio sulle tue
              labbra ti comunicasse
              il mio immenso amore.

              Quanto vorrei, sfiorare
              con le dita il tuo ovale e
              le labbra tue, così che il
              mio silenzio ed il mio sguardo
              parlassero per me.

              Quanto vorrei, che le mie braccia
              ti cingessero sì da sentire
              il tuo alito su di me.

              Quanto vorrei, che le mani tue
              accarezzassero il mio viso,
              e in un abbraccio sentire
              il calore ed il profumo
              della tua pelle.

              Quanto vorrei...
              che le parole tue dicessero
              Quanto vorrei...
              sì da sentirsi mancare il respiro
              amor mio.
              Composta venerdì 2 ottobre 2009
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                Scritta da: Alessio Fabretti

                Ricordi

                La villa quieta accoglie i mie passi
                varcando i cancelli rugginosi del tempo.
                Bambini corrono gioiosi sull'acciottolato.
                Le anziane sulle panchine
                seguono, lo sguardo festoso,
                mentre le giovani mamme
                rincorrono i fanciulli giù per la scesa
                sino a una fontana asciutta d'età,
                vociando "attento".
                Scendo alcuni gradini antichi
                consunti dai passi, delimitano
                ai lati sassi,
                e una balaustra sciupata dal tempo,
                mi appoggio.
                Passo lungo il viale, gli olmi e gli ontani
                intrecciano i rami come colonne gotiche
                di una cattedrale antica;
                una cupola
                atterrata, spazzata dal vento
                e intemperie consuma.
                Uno scoiattolo si arrampica
                sul tronco, mobili gli occhi
                lanciando uno sguardo, curioso squittisce,
                fugge tra i rami.
                Distante un laghetto,
                le papere al largo giungono alla riva,
                i piccoli in processione seguono.
                Una panca di pietra mi alloggia.
                Il liscio marmo racconta
                tempi lontani e una scritta:
                divus caesar ornavit.
                Chiudo gli occhi e penso.
                Odori di terre lontane:
                sandalo e spezie giungono,
                una vasta distesa sabbiosa,
                e una palma abbracciano i miei pensieri.
                Composta lunedì 23 novembre 2009
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                  Scritta da: Alessio Fabretti

                  Solitudine

                  I volti nelle strade.
                  Persone che corrono, ti urtano, non guardano, fretta.
                  Le vetrine colorate,
                  occhi curiosi che si soffermano
                  su luci ormai intermittenti.
                  Basta guardarsi intorno
                  e percepisci in una anziana signora
                  vestita di stracci il suo dolore
                  che all'angolo di una strada tende la mano.
                  Un cane cha abbaia, ti distrae un attimo.
                  Solitudine.
                  Anche in sorriso breve
                  o nel banco la donna chiama
                  offrendo la merce ad un buon prezzo lo avverti.
                  Solitudine.
                  Come una torre altera all'orizzonte
                  su un deserto battuto dal vento.
                  Solitudine.
                  Al centro di tutto questo tra mille suoni
                  e vociare di persone
                  ascolto il vento e le tue parole e non sono solo.
                  Composta martedì 3 novembre 2009
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                    Scritta da: Alessio Fabretti

                    Notte di settembre

                    Un silenzio profondo a me intorno,
                    mi avvolge e chiude gli occhi miei.
                    Son qui che in questa quiete
                    neppur sento il battito del cuore mio.

                    Ora son qui vicino a te,
                    a te che in questo istante
                    hai sussurrato il nome mio
                    e mi hai chiamato.

                    Il tuo pensiero è
                    come una nuvola celeste
                    che lampeggia
                    scompare e si dissolve in
                    una miriade di frammenti,
                    un pulviscolo brillante che
                    come pioggia sembra inondarmi
                    ed il mio cuore canta la tua musica,
                    mentre dissolve poi la mia persona
                    vola verso di te che a me tendi la
                    tua mano.
                    Composta venerdì 6 novembre 2009
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