Scritta da: goccia di miele
in Poesie (Poesie d'Autore)
Tempo incerto
Il sole ti bacia
anche nascosto
dietro le nuvole.
Non essere triste
siamo tutti soli.
Siamo assieme
nella solitudine.
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Il sole ti bacia
anche nascosto
dietro le nuvole.
Non essere triste
siamo tutti soli.
Siamo assieme
nella solitudine.
Dormivi. Ti sveglio.
Il gran mattino reca l'illusione di un inizio.
Avevi dimenticato Virgilio. Sono qui gli esametri.
Ti porto molte cose.
I quattro elementi dei greci: la terra, l'acqua, il fuoco, l'aria.
Un solo nome di donna.
L'amicizia della luna.
I chiari colori dell'atlante.
L'oblio, che purifica.
La memoria che sceglie e che riscrive.
L'abitudine che ci aiuta a sentirci immortali.
Il quadrante e le lancette che dividono l'inafferrabile tempo.
La fragranza del sandalo.
I dubbi che chiamiamo, non senza vanità, metafisica.
Il manico del bastone che la tua mano attende.
Il sapore dell'uva e del miele.
La poesia è un petalo
che cade nel vuoto
in bocca ad un leone
che ruggisce.
Quanta analisi sondaggi indagini permessi arresti e piedi liberi
domiciliato all'inferno o nel deserto
inseguito da fameliche pantere
quanti occhi, mille
forse un canestro pieno
scrutano, morali, l'operato...
Sondatemi la vita
prima che spazi
giusto dietro l'angolo della macelleria
sangue e grassi in rassegnata attesa.
Son possibili soluzioni barbituriche
alla gabbia del cobra albino
non ce n'è molti in giro
non toccare oggi
non toccare mai
un piede è libero e l'altro non si muove
nell'invalidità dei passi a mèta
ho inoltrato domanda in carta bollo
vorrei tanto riuscire a respirare...
Colpito sul viso
da punte di aghi
non ha sanguinato.
È restato sbalordito.
Colpito al cuore
dal terrore di una notte
non si è inginocchiato.
È restato sbalordito.
Colpito nei sogni
dallo schiaffo della realtà
non voleva credere.
Sbalordito, ha soppesato la propria voce
e ha strappato il collare della storia.
Rimuovo
le antiche muraglie
per trovare
le praterie del sogno
e incontrare te,
pane incontaminato
che prendo con le labbra.
Sentire la tua lingua di bosco
e l'ansia salina del tuo respiro,
il cuore che si ferma
è il battito di ali di un'anima
che forse se ne va
per morire d'amore.
Mi crocifiggono e io devo essere la croce e i chiodi.
Mi tendono il calice e io devo essere la cicuta.
Mi ingannano e io devo essere la menzogna.
Mi bruciano e io devo essere l'inferno.
Devo lodare e ringraziare ogni istante del tempo.
Il mio nutrimento son tutte le cose.
Il peso preciso dell'universo, l'umiliazione, il giubilo.
Devo giustificare ciò che ferisce.
Non importa la mia fortuna o la mia sventura.
Sono il poeta.
La notte impone a noi la sua fatica
magica. Disfare l'universo,
le ramificazioni senza fine
di effetti e di cause che si perdono
in quell'abisso senza fondo, il tempo.
La notte vuole che stanotte oblii
il tuo nome, i tuoi avi e il tuo sangue,
ogni parola umana ed ogni lacrima,
ciò che poté insegnarti la tua veglia,
l'illusorio punto dei geometri,
la linea, il piano, il cubo, la piramide,
il cilindro, la sfera, il mare, le onde,
la guancia sul cuscino, la freschezza
del lenzuolo nuovo...
Gli imperi, i Cesari e Shakespeare
e, ancora più difficile, ciò che ami.
Curiosamente, una pastiglia può
svanire il cosmo e costruire il caos.
Tutto -
una parola sfrontata e gonfia di boria.
Andrebbe scritta fra virgolette.
Finge di non tralasciare nulla,
di concentrare, includere, contenere e avere.
E invece è soltanto
un brandello di bufera.
Quando pronuncio la parola Futuro
la prima sillaba va già nel passato.
Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.
Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualcosa che non entra in alcun nulla.