Impeto emozionale giaccio sul fondo d'una crepa lunare inseguendo lucciole di carta pesta e m'accodo alle comete respirando un passaggio su Venere colei di cui 'l cor n'è custode amando senza cagione, se non tua morte e tua salvezza ch'è pur mia nella tempesta della silenziosa anima in lotta contro se stessa e ven'al meriggio d'incanto ch'io t'aprirò d'ebbro smeraldo il sentier che pone fine all'uscio del tuo stanco veliero e l'padre e l'figlio l'tuo pensiero giostrerà le tue battaglie e le tue rese nel centro di luoghi senza centro. Or và, che ti vedono salpare 'l mio tempo che dimenticò lancette e orologi al tuo amato risveglio.
Di porpora raggeli sotto le onde del vento e giaci sotto una coperta di stelle raccolta nella nicchia dei tuoi sinuosi pensieri.
Al riparo dagli universi ti accolgo in una conchiglia dove avvolgi il sogno che ti attende negli abissi inesplorati dell'oceano che la casa dove dimori custodisce e rievoca echeggiandone memorie tra le perle e la spuma di chi s'addentra dal mare.
Le maree oscillano nella messa che reciti all'alba smeralda delle tue incredulità lei paziente attende l'umiliazione delle tue acque e il coraggio degli orizzonti che timorosa osservi dalla tua conchiglia guardando lassù superficie soleggiata dalla quale un giorno emergerai.
Mai nata sempre esistita nella bellezza delle forme senza forma forgiata dalle acque e dal seno della tua casa senza dimora.
Sono una stella fragile e malandata dal fato trasportata sulle ali dell'amore, affascinata dall'attimo che i secoli bramano così intensamente.
Sono una stella giovane che ha imploso per se stessa tutta la forza del cuore per donare all'eternità la luce riflessa che da lontano illumina i nostri volti nel torpore delle tenebre.
Allora mi chiedo, resisterò al passaggio del sole che un giorno m'ha baciato soffiando la mia anima al vento un canto fresco di scintille nel buio?
Resisterò, oh amore? O m'avvio anch'io alla corsa nel cielo delle stelle cadenti orbitanti nel nulla tra i neuroni del pensiero intrappolate nella luce della tua ragnatela?
Brillerò ancora di luce propria dopo aver sbiadito le mie fiaccole nel buio come una pittrice che dipinge la propria tela.
Ha un volto il destino un volto il caso di ceramica le pareti del nostro cuore accecato dai lumi affogati nella palude siamo inondati dalla resina dei loro occhi. Così la retina dei nostri sguardi è nebbia come il fato e il destino sono sabbia trasportata dal vento senza centro, le polveri instabili avanzano incostanti verso un orizzonte immaginario verso la riva dei nostri confini. Aspettiamo solo di varcare la soglia e schiarire le iridi alla vista della notte per portare al giorno il consiglio dell'alba e al sole i racconti della luna.
Togli i peli dalla lingua e dimostra che sai davvero vociferare le parole del vento come desideri resta in ascolto e muovi la volontà. Muovi i passi tracciati dal tempo come una sirena che non lascia orme, seppellisci le sabbie nel baratro del cuore e insisti fino a che la tramontana arrivi fino a lì nel punto più profondo a farti respirare nonostante le acque.
Togli i peli dalla lingua e dimostra che sai davvero vociferare le parole del vento come desideri resta in ascolto e muovi la volontà. Muovi i passi tracciati dal tempo come una sirena che non lascia orme, seppellisci le sabbie nel baratro del cuore e insisti fino a che la tramontana arrivi fino a lì nel punto più profondo a farti respirare nonostante le acque.
Lo senti che la terra sta tremando? Lo senti il tuo sguardo che in ritardo si accende alle spalle e tu non lo vuoi vedere? Nel silenzio della notte piangi le grida del mondo ma tu non t'accorgi che non stai vivendo un attimo di quel dolore perché se accendi la candela a tanto male corrisponde tanto amore e ti libreresti in aria con i pesi del tuo intelletto guarderesti il tuo specchio che è il volto del tuo silenzio, di bianca seta l'iride che dall'alto t'osserva e dentro te porta il cielo e tutte le stelle che scruti scrutano te dall'interno. La vedi, la luce che ti chiama? È un cero a forma d'albero il tuo corpo un tempio il tuo cuore una radice che come un muto girasole riflette l'anima della luna e attende l'avvento del sole per portarti dove l'uomo non vuole e impreziosire il tuo sentire di sentieri senza fine. Lo vedi il principio? È dentro te l'inizio infanga il tuo percorso per costruire ali di vetro resistenti alla tempesta del tempo e in un angolo di cuore lavora al tuo avvento che vuoi prendere il timone e salpare in mare aperto a cercare le sirene che ti guidino alla resa che la natura ti chiede o impone è lei che ti cerca oh madre terra ti invita a renderti sacro. Lo senti che la terra sta tremando?
Sorridi tu sorridiamo insieme perché l'angolo del cuore quel diamante lontano anni luce è comune a tutti gli dei che nel sonno non vedono il volto smagliante della propria verità.
Nel temporale di un attimo ti ricordo che hai una pena da scontare hai abbracciato l'alba prima che il tuo cuore salpasse in mare ed il fruscio degli alberi si è accorto del tuo gesto.
Ti ricordo nelle vesti candide della bianca luna che hai un silenzio a cui obbedire che sei ancor preda dell'illusione mentre l'eco della realtà bussa alle tue finestre e tu sembri non ascoltare.
Ti ricordo, piccola mia, che la vita vera è un lampo a ciel sereno che la serenità è solo il pallore di un'ombra irrivelata.
Ti ricordo ancora che la notte vuole scoperchiare i tuoi dissapori farne magia e indiscussi onori di un seme regnante in una terra senza padrone.
Ti ricordo che solo il tuo amore può raggelare la coperta di stelle e farla sciogliere come neve al sole illuminando il cuore sacrificato al pensiero dell'immensità.
So che hai paura piccola mia ma ti ricordo che il cielo dell'illusione sta coprendo il deserto della realtà di fuochi fatui come questa poesia e l'oro colato potrebbe svanire nell'unzione della vita e portarti via rubando l'alba e la notte della tua esistenza.