Scritta da: Ayesha
Ho appena pensato
che il nulla mi attraversa
di respiri, senza riparo
e se questa non è poesia
allora insegnami a scrivere
con il flusso del vento.
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Ho appena pensato
che il nulla mi attraversa
di respiri, senza riparo
e se questa non è poesia
allora insegnami a scrivere
con il flusso del vento.
Sospesa su un filo di erba
elettrico come la spina
della mia coscienza
procedo avanzando cauta
danzando come una ballerina,
incurante dell'abisso
e della verità ch'esso cela.
Le mie mani cullano il vento
il mio viso si presta
al sorriso dell'alba
le mie guance arrossiscono
come un tramonto
ed io forgio il mio cielo
sulla pietra di questo stelo
mentre sprofondo aldilà del velo;
e guardo il cielo
e l'immensità ch'esso rivela
un dipinto di migliaia d'anni luce su una tela,
che rapisce la perfezione e lentamente la incatena
per render la bellezza una schiava che si dimena
tra i lineamenti del tempo.
Sconfitta nel silenzio
vado incontro a smarrimento
di una cellula di luce ritrovata
e mi perdo tra le grotte
tra le ombre disperse
alla ricerca dei suoi pezzi
passando sui miei occhi
il calice dell'oblio
dimenticando per un po'
che son già rinata.
Sospesa su un filo di erba
elettrico come la spina
della mia coscienza
procedo avanzando cauta
danzando come una ballerina,
incurante dell'abisso
e della verità ch'esso cela.
Le mie mani cullano il vento
il mio viso si presta
al sorriso dell'alba
le mie guance arrossiscono
come un tramonto
ed io forgio il mio cielo
sulla pietra di questo stelo
mentre sprofondo aldilà del velo;
e guardo il cielo
e l'immensità ch'esso rivela
un dipinto di migliaia d'anni luce su una tela,
che rapisce la perfezione e lentamente la incatena
per render la bellezza una schiava che si dimena
tra i lineamenti del tempo.
Sconfitta nel silenzio
vado incontro a smarrimento
di una cellula di luce ritrovata
e mi perdo tra le grotte
tra le ombre disperse
alla ricerca dei suoi pezzi
passando sui miei occhi
il calice dell'oblio
dimenticando per un po'
che son già rinata.
Non ho idea di cosa scrivere
eppure la mano sinistra
come sinistra è l'anima mia
scorre e fluisce,
ad ogni verso smentisce
le file precedenti e successive.
Non so cosa scrivere
né cosa dire,
ma la penna incontrastata
scivola sul mio silenzio
fatto di stoffa e panni a bagno
un morbido letto confortevole
nasconde un filo sottile
che mi lega da qui all'infinito.
Non ho niente da dire,
eppure ogni parola è viva
ed ogni parola muore
quando manifesta
l'anima in festa canta
la sua percezione,
ognuno la propria
mediata dal dolore
dalla gioia e dal sapore
che ha testato nel mondo.
Così non so cosa dire
ma questo filo sottile
srotola i miei silenzi
li rima con gli eventi,
i miei spazi
i miei tempi.
Così non ho niente da dire
ma ho questo bisogno incontenibile
di scrivere, scrivere e scrivere.
Fossi nata in un nido d'usignoli
il mio cuore si sporgerebbe dal giaciglio
per soffiare il suo canto
al respiro dell'universo
fossi ancora un uccellino
nel suo uovo
coglierei le melodie
del ventre di mia madre
che cinge il mio essere
armonizzandomi alla vita.
Guardo giù dalla mia casa
di paglia e insetti,
ho le vertigini
ma basta il mio canto
per non temere
per sentire
che la mamma
ha fatto un buon lavoro.
Parole a spirale
soffiate dal vento
e poi dimenticate
a meno che l'imprevisto
si innamori del vento
che accenni tramontana
e accenda le maree
sul dolce vascello
dell'illusione,
trascinando in tempesta
antiche pergamene
arenate
su papiri di mercurio,
inconfondibili battelli
di chi ha scoperto l'amore:
un'oasi di fuga
tra le sabbie deserte
che spazzano via 'l tempo e l'omini
ma risparmiano
le invisibili sorgenti.
Svevo aveva ragione
Fuori dalla penna non c'è salvezza
diceva Svevo
e io m'accorgo
c'aveva ragione
se questa è l'unica maniera
che m'è rimasta di vivere
ben venga tale splendore
ornato di pezzi di carta
e parole venute dal cuore,
un cuore di plastica
che scioglie al sole,
auto combustibile
e pieno di vapore -
costretto a evaporare
senza alcun pudore,
lasciare il mondo
cacciato dall'amore.
Svevo aveva ragione
che quando scrivo
sento vita fluire
nient'altro in questo paradiso
mi allieta al punto da dire
che vi sia qualcosa di meglio
di migliaia di pagine da riempire,
con svaghi di realtà e di orrore
che paion fantasia
all'occhi del lettore
e che in verità
son più reali
di qualsiasi attore
che impara a memoria un copione
per compensare un vuoto interiore.
Siamo attori di noi stessi
e ci perdiamo tra i riflessi
di una falsa ambizione
costruita sulla notte
e se mi chiami per nome
allora posso dire
che mi è concesso l'onore
di portare vibrazione
un vuoto d'emozione
che parla più del sole
un'assenza, una canzone
una presenza priva di parole.
Svevo aveva ragione
non c'è salvezza senza penna
senza un cuore lacerato
che si apra alla vita
e le faccia da antenna.
Impacciata m'incastro
tra le note che suono
stono lieve
con le mie malinconie
fino a che l'alba
armonizzi il mio canto.
Strisciando rincorro
i tasti fuggenti
di un sereno porto
che ha accolto il silenzio
e ha dimenticato il mio cuore
gettato tra le onde
in una bottiglia di vetro.
La riva dove poso
ad occhi chiusi
con semicrome
tra i rossi capelli
e una coda imperturbabile
io, sirena, ondeggio
al punto di partenza
di questo cuore
disperso tra le acque,
affidato al vento
e alle maree.
Combatti senza gloria
e affoga il tempo
un giorno lontano
tornerai a me,
ad accordare
la mia arpa,
oh vento di tramontana
in te ho riposto fiducia.
Mi lascio cadere
nell'abisso
della musica dell'universo
e con quiete di pietra
attendo
il mio ritorno.
Scava in me
nel fondale marino
tra perle d'ostriche
e 'l canto di balene
questo che trovi
note e sapori
di un'illogica vita
rosea e scomposta,
vissuta ad occhi aperti
nell'abisso del mondo.
Scendi!
Non temer la creatura
che dall'alto t'avvinghia
è l'ombra di me
che porto alla cinghia
non fosse per lei
qual oceano sarei?
Scendi!
Troverai dolcezza,
pudore e timidezza
volontà di cera
e un abbraccio di fragole
occhi di speranza
e un pugno di ferite
poesie inaridite
da anni scolpite
in rocce di polvere.
Scendi!
È buio quaggiù
mi vogliono giù
ma chi osa rischiar
raschia il suo cuore
perché al centro di me
non v'è altro che amore.
Un ciliegio
nella palude d'un sogno
raduna i cori
del pianto dei cieli.
Parole di vento
tremano
al cospetto d'un quadro
la mia anima
è là
si dimena
al centro d'una tela
la vita
e m'invita a guardar oltre.
Dipingere
con le ali dell'illusione
quadri a spirale
scendere
scendere
scendere
finché non basti
un fior di ciliegio
a separare il diletto
dalla poesia.
Scendi, scendi
e osserva:
cosa c'è oltre i colori?
Cosa c'è oltre questi sapori?
Un po' d'olio, un po' unto,
ma diverso: il mio Dio.