Poesie inserite da sabbianera89

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Scritta da: sabbianera89

Il peso della leggerezza

Se prendi la sabbia fra le tue mani lisce,
le apri delicatamente
e scorre
una cascata d'oro dalle tue dita
affusolate,
rimarrà sospeso qualche granello fra le tue mani,
ora
ruvide,
sulla tua pelle.
Se soffi la polvere sullo scaffale della vita,
o passi un dito ballerino per sfiorarlo,
rimarranno piccoli residui fra le tue mani,
ora
grigie,
sulla tua pelle.
Se fai le bolle di sapone,
e le segui mentre volano
sul cielo
e si rincorrono
tra i muri dell'aria
ma poi un sussulto,
l'acqua ricade,
e qualche goccia insaponata
precipita,
rimarranno flebili ombre d'acqua fra le tue mani,
ora
bagnate,
sulla tua pelle.
Questa è la leggerezza?
Se svuoti d'aria il tuo corpo
per permettere ad un palloncino
di volare,
di raggiungere le stelle,
e d'un tratto quel rosso
più non vedi,
rimarrà solo il ricordo fra le tue mani,
ora
sole,
sulla tua pelle.
Questa è la leggerezza?
Eppure che fatica nel soffiare,
che debolezza nel corpo,
che vertigini!
La pelle consumata.
Questo è il peso
della leggerezza?
Composta lunedì 2 giugno 2008
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    Scritta da: sabbianera89

    Cenere

    Il silenzio sussurra al silenzio
    e io non oso disturbarli.
    Se tu non ci sei più
    è vano rimanere a spiarli.
    Potrai vivere solo nei miei ricordi,
    perché Il tuo Paradiso sarà la mia memoria.
    Ma la mia memoria si trasforma e
    tutto
    si mescola e si confonde.
    Sei tu oggi, ieri e ti vedo nel domani.
    Ti sento palpitare nei cuori di coloro che hai amato.
    Ti osservo camminare nelle gambe di coloro che hai incontrato
    e a cui hai lasciato una fibra del tuo essere.
    Forse sei diventato questo:
    Un fascio di steli. Un vaso di fiori.
    Vento di scirocco. Cenere di un braciere.
    I capelli di una bambola.
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      Scritta da: sabbianera89

      Dio non torna

      Pensai,
      Solo per un attimo,
      Soltanto uno...
      Dov'eri quando il cielo pianse,
      Dai tuoni ferito e squarciato dai fulmini;
      Il fango ha travolto anche l'ultimo fiato.
      Dov'eri quando la bimba si perse tra i
      Banchi del mercato,
      le dita son sciolte
      Dalla mano materna.
      Dov'eri quando l'inverno sopraggiunse,
      l'ultima foglia caduta, la terra pesante.
      I rami non tengono neanche più speranze.
      Dov'eri quando il coltello tagliò, la pistola
      Sparò, la corda strinse...
      Petali rossi all'ombra dei cipressi.
      Dov'eri Tu quando il mondo
      Urlò
      e l'Universo svenne per il dolore?
      Chiusi gli occhi un attimo,
      Un attimo soltanto...
      e tu non c'eri più.
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