Poesie preferite da Prometeo

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Scritta da: Silvana Stremiz

Prima colazione

Lui ha messo
Il caffè nella tazza
Lui ha messo
Il latte nel caffè
Lui ha messo
Lo zucchero nel caffellatte
Ha girato
Il cucchiaino
Ha bevuto il caffellatte
Ha posato la tazza
Senza parlarmi
S'è acceso
Una sigaretta
Ha fatto
Dei cerchi di fumo
Ha messo la cenere
Nel portacenere
Senza parlarmi
Senza guardarmi
S'è alzato
S'è messo
Sulla testa il cappello
S'è messo
L'impermeabile
Perché pioveva
E se n'è andato
Sotto la pioggia
Senza parlare
Senza guardarmi,
E io mi son presa
La testa fra le mani
E ho pianto.
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    La voce a te dovuta

    Il modo tuo d'amare è lasciare che io ti ami.
    Il sì con cui ti abbandoni è il silenzio.
    I tuoi baci sono offrirmi le labbra perché io le baci.
    Mai parole o abbracci mi diranno che esistevi e mi hai amato: mai.
    Me lo dicono fogli bianchi, mappe, telefoni, presagi; tu, no.
    E sto abbracciato a te senza chiederti nulla,
    per timore che non sia vero che tu vivi e mi ami.
    E sto abbracciato a te senza guardare e senza toccarti.
    Non debba mai scoprire con domande, con carezze,
    quella solitudine immensa d'amarti solo io.
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      Cento Sonetti D'amore (XVII)

      Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
      o freccia di garofani che propagano il fuoco:
      t'amo come si amano certe cose oscure,
      segretamente, tra l'ombra e l'anima.

      T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
      dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori;
      grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
      il concentrato aroma che ascese dalla terra.

      T'amo senza sapere come, né quando, né da dove,
      t'amo direttamente senza problemi né orgoglio:
      così ti amo perché non so amare altrimenti

      che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
      così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
      così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
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        Scritta da: asterisco

        Ho fame della tua bocca

        Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
        e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
        non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
        cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

        Sono affamato del tuo riso che scorre,
        delle tue mani color di furioso granaio,
        ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
        voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

        Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
        il naso sovrano dell'aitante volto,
        voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia

        e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
        cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
        come un puma nella solitudine di Quitratúe.
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          Scritta da: Federico
          Farò della mia anima uno scrigno
          per la tua anima,
          del mio cuore una dimora
          per la tua bellezza,
          del mio petto un sepolcro
          per le tue pene.
          Ti amerò come le praterie amano la primavera,
          e vivrò in te la vita di un fiore
          sotto i raggi del sole.
          Canterò il tuo nome come la valle
          canta l'eco delle campane;
          ascolterò il linguaggio della tua anima
          come la spiaggia ascolta
          la storia delle onde.
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            Scritta da: Remo Ruggerini
            Pubblicata prima del 01/06/2004

            Trionfo di Bacco e Arianna

            Quant'è bella giovinezza,
            che si fugge tuttavia!
            Chi vuol esser lieto, sia:
            di doman non c'è certezza.
            Quest'è Bacco e Arianna,
            belli, e l'un dell'altro ardenti:
            perché 'l tempo fugge e inganna,
            sempre insieme stan contenti.
            Queste ninfe ed altre genti
            sono allegre tuttavia.
            Chi vuol esser lieto, sia:
            di doman non c'e certezza.
            Questi lieti satiretti,
            delle ninfe innamorati,
            per caverne e per boschetti
            han lor posto cento agguati;
            or da Bacco riscaldati,
            ballon, salton tuttavia.
            Chi vuol esser lieto sia:
            di doman non c'è certezza.
            Queste ninfe anche hanno caro
            da lor essere ingannate:
            non puon fare a Amor riparo,
            se non genti rozze e ingrate:
            ora insieme mescolate
            suonon, canton tuttavia.
            Chi vuol esser lieto, sia:
            di doman non c'è certezza.
            Questa soma, che vien drieto
            sopra l'asino, è Sileno:
            così vecchio è ebbro e lieto,
            già di carne e d'anni pieno;
            se non può star ritto, almeno
            ride e gode tuttavia.
            Chi vuol esser lieto, sia:
            di doman non c'è certezza.
            Mida vien drieto a costoro:
            ciò che tocca, oro diventa.
            E che giova aver tesoro,                        
            s'altri poi non si contenta?
            Che dolcezza vuoi che senta
            chi ha sete tuttavia?
            Chi vuol esser lieto, sia:
            di doman non c'è certezza.
            Ciascun apra ben gli orecchi,
            di doman nessun si paschi;
            oggi siam, giovani e vecchi,
            lieti ognun, femmine e maschi;
            ogni tristo pensier caschi:
            facciam festa tuttavia.
            Chi vuol esser lieto, sia:
            di doman non c'è certezza.
            Donne e giovìnetti amanti,
            viva Bacco e viva Amore!
            Ciascun suoni, balli e canti!
            Arda di dolcezza il core!
            Non fatica, non dolore!
            Ciò c'ha a esser, convien sia.
            Chi vuol esser lieto, sia:
            di doman non c'è certezza.
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