Con i passi del dolore
e ciglia umide di canto
sul sentiero del pianto
ho lasciato i ricordi.
Le labbra pesanti
di mute proteste
alle panchine sbavano
di rabbia l'angoscia.
D'ombre solitarie
nei parchi vuoti
l'anima cinge
le fredde ossa.
Sia peregrinare funesto
l'urlo che non venne
a smuovere coscienze.
Boccette di ricordi,
sabbie di dolori
passate sotto i denti,
ben allineate sui ripiani
del tempo passato.
Pagine racchiuse
in copertine anonime
sovrapposte e mescolate
dove ormai non c'è più verso
a segnare il prima e il dopo.
Fragilità di cuore,
polverose, spente,
in bella mostra.
Una stanza che sa di ieri
senza traccia di domani.
Uno sguardo dai vetri opachi
vede gocce del pianto
scivolare
e non un paesaggio fiorire.
Porte sbattute dal vento
e dalla casa desolata e nuda
si sollevano granelli di coscienza
retti da folate di follia.
Squarcia il silenzio un sibilo,
un battito, una risata.
Un'ombra si dissolve,
un cuore galleggia a filo d'anima.
Gocciola da una crepa
l'identità nascosta.
Immagini trite e ritrite
in occhi mai chiusi,
denti che non mordono più
si consumano nell'inquietudine
e la mente ormai stanca
si abbandona alla follia.
Un niente che riempie.
Scivola sulla pelle
la lingua peccaminosa
assaggiando il profumo
d'animalesca voglia.
S'inerpica nel talamo
di un rovente amplesso
disegnando rivoli
d'umida fremente estasi.
Si disseta alla fonte dell'orgasmo
nutrendosi dell'avvolgente aroma di te.
Che cerchi su questo spoglio ramo
o sgargiante pennuto cinguettante?
Nel freddo inverno riparo non c'è
per la tua delicata mole
e del sangue che si gela
nel mio animo non sento pena.
La natura mi ha voluto qui
fra le spiane dell'ingombrante mondo
e mi ha spinto a cerca il sole
per poi spogliarmi quando più lo anelavo
e di te non so che fare
se non piangere lacrime amare alla luna.
Cerca gli aghi e non le foglie,
sventurato amico,
loro ci sono con ogni cambio d'emozione
e seppur con dolore
almeno di verde sazieranno i tuoi occhi.
Farfalla prigioniera
in bozzolo di pregiudizi.
Ali atrofizzate,
bagnate di lacrime amare
sognano voli spensierati
in prati colorati d'amore.
Ho dato la vita per rivedere
nel colore dei tuoi occhi
quel tocco di sole,
quel lieve bagliore,
che li illuminava
mentre le mie mani
si riempivano del tuo viso
e le labbra si innamoravano
del tuo sapore
di calore e sogni.
Ho dato ogni mio giorno
a te...
oro che riempie il mio forziere,
in cambio di carezze
pregne di cuore.
Nel vento si è persa la voce
del mio cuore disperato.
Cercava di raggiungere
un anfratto nascosto
che nel tuo cuore celasse
l'amore che nutro.
Nel vento si è piegata
la spiga della speranza
che celava il frutto
di ogni tuo respiro
divenuto mio.
Il sole ha scaldato
l'ultimo desiderio
di appartenerti.
Ma rinasco come seme
ad ogni pioggia di lacrime
per raggiungerti con radici
che affondano nell'infinito.
Io sono pane
per la tua fame d'amore.
La tua voce dentro l'anima
lentamente avvolge
le mie paure più recondite
e accarezza lieve
gli incubi che la percuotono.
Le tue mani afferrano
senza esitazione
i fantasmi di una vita
ormai estranea
e mi riportano
ad un'esistenza
sopita nell'ignoto.
Sei guida verso vette
di una coscienza nuova.