Scritta da: Donatella
in Poesie (Poesie personali)
Amami per come sono
per come sbaglio
e per i miei difetti...
il mio tesoro è quello che non vedi.
Composta giovedì 2 dicembre 2010
Amami per come sono
per come sbaglio
e per i miei difetti...
il mio tesoro è quello che non vedi.
Amore segnato dal tempo
quello con le rughe della vecchiaia
quello saggio
quello che ti da coraggio,
quello che leggi negli occhi dell'età
quello che ti racconta lo sguardo paziente
quello che ti dona amore
solo amore
e
non vuole niente.
Non riesco a definire le mie emozioni
la delusione sovrasta la rabbia
la rabbia esplode nello stomaco e mi dilania l'anima
mentre mille pensieri si insinuano nelle pieghe della mente
il cuore pulsa nelle tempie
sento il sangue scorrere impazzito.
Penso: "vale la pena stare così per chi?"
poi si fa largo la ragione
il mio autocontrollo inizia il suo lavoro
e poi una domanda mi coglie impreparata:
"e se un giorno quell'autocontrollo non funzionasse, cosa mi aspetta?"
Ora il dolore attanaglia la mia mente
Non voglio più soffrire
Non voglio più piangere
Non chiedo molto
solo vivere!
Guardo la sedia e tu nun ci stai...
guardo la pordrona e tu nun ci stai...
guardo lu lettu e tu nun ci stai...
ma se pole sapè do cazzu vai?
Je disse lu dottore:
"Ciai li grassi a lo sangue in abbonnanza"
Ma no dottore mia io li vedo sulu su la panza,
"La dei da smette co tutti 'sti pranzitti
le pastasciutte e li durgitti,
dei piandalla de strafogatte ammezzu la robba da magnà
sinnò ce crepi e nu lu poi arcondà,
via li zuccheri, la pasta, la carne e le patate,
via le sargicce, lu priciuttu, lo salame e le crostate,
via li facioli, le bistecche e pastarelle,
via la frutta, la robba gassata e mortadelle".
A dottò... se hai firnitu e te si azzittatu
sai che te dico?
Ma va a murì ammazzatu!...
Urla il mio corpo
come stridio di porte millenarie
rette da cardini fatiscenti,
blando sbarramento
all'acuto male
che infiltra nella carne.
Profumo di erba fresca
appena tagliata
lenisci la mia mente.
Raggio di sole
entra in questa stanza
e poi in me.
Cellule grige
non abbandonatemi mai
nutrimento della speranza.
Cresci anima
e dilaga in ogni dove
porta qualcosa di me alla gente.
Se il cuore mio
un giorno hai rubato,
nella mia mente
il tuo ricordo hai dimenticato.
Lu sole nun sa do va a murì
ma sicuru quanno nasce vene iqquì,
'gni madina guarda 'stu paisittu abbarbicatu
e è tuttu filice d'avellu alluminatu.
Gira pe le vie, bacia la gende
endra drendo le case come gnende,
ariscalla d'un maggicu tepore
tuttu quillu che fa rima co lu core.
A la sera quanno che se spegne:
"M'ariccomanno,
tenemelu d'occhiu fino a dimano
faje la serenata piano piano
e appressu anninnelu e fammelu arpusà
perché lu vojo in forma quanno arvengo a
rispecchià".
Chiudo gli occhi
e le mie dita iniziano a guardarti,
senza tralasciare
ogni piccolo particolare.
Chiudo gli occhi
ed inizio ad ascoltarti,
attentamente sentire il tuo respiro
che aumenta ogni volta che ti sfioro.
Chiudo gli occhi
ed il tuo odore
mi sconvolge e mi dimena
come travolta da un fiume in piena.
Chiudo gli occhi
ed il tuo sapore
che sulle labbra resta
con un bacio si manifesta.
Chiudo gli occhi
per goderti follemente
perché ti amo
con il cuore e con la mente.
Inusuali parole dette con inganno
linguaggi forbiti che danno parvenza di sapienza
illudono la mente,
feriscono il cuore.
Suoni che da bocche senza volto
vagano senza significato
privi del grigio che nutre lo spirito
tutto a discapito di chi si lascia incantare.
Da contenitore di cultura
di notizie
e d'informazione
a secchio della spazzatura.
Ma c'è ancora chi sopravvive
fra il tanfo della burocrazia
il marciume della corruzione
e l'ipocrisia dell'informazione guidata.