Com'è dolce dormir sotto erba inzuppata di rugiada. Non sentir più la sveglia che richiama all'obbedienza. il corpo cancella indisturbato ogni travaglio terreno; un fresco ripostiglio di rovere e abete: la gioia di non dover soffrir fame e sete. Sciami di vermi circuiscono quel corpo supino; per un appetitoso pasto. E nel campo consacrato mano divina stende il sudario del conforto sul cenere senza favella.
Non hai bisogno di parlare: l'ho letto nei tuoi occhi. Non piangere adesso, mi renderesti essere inutile. vuoi regalarmi delle lacrime che io ho versato per te. All'ombra di un piccolo giardino, dinanzi a un tavolino che sa tutto di te. L'angoscia padrona, memore dell'ironia che vuol sopraffarla, si camuffa da serenità. Ho in tasca le tue parole. Sono oro e argento per il fidato custode.
È l'ultima notte: apogeo di un lungo tempo glorioso. Sogno eppure son desto. Riflesso di immensa luce riempie il mio letto. Non voglio pronunciare lai: ormai è finito il periodo di guai. Le fitte assassine sono pallido ricordo. Dinanzi a me una grande porta attende il mio definitivo ritorno. Una grande tavolata: stupendamente agghindata di gustose leccornie. Tanti santi seduti li intorno. attendono con dissimulato entusiasmo l'ultimo fedele commensale. Un posto vuoto spicca vicino al desco. C'e ' scritto un nome è proprio Francesco! Lo sguardo di ghiaccio, smarrito il respiro, ritrova quiete nel riposo di un ghiro.
Il cappellano alpino si veste di candore sulle sponde del fiume Don. È il conforto di ogni soldato; il confessore indulgente del peccatore impenitente. la guerra è finita; scomparsi i soldati sostieni i bambini dalle penne esplosive martirizzati. Lacrime affrante versa il bambino mentre agita con vigore il moncherino; abbarbicato sulle spalle del roccioso alpino. devoto omaggio dinanzi a una bara, a un combattente che al fronte e non spara.
Centro fiorente, di genesi calcidese, svetti ad alta quota emblema di un paese Agata tua martire protettrice, Vergine Santa, che dalla lava salvò le tue vestigia Terremoti non hanno spezzato la smania vitale, ma ricostruita, domini indisturbata sulla costa orientale Agricoltura e Artigianato ti orlano con prolifici prodotti; Arti e Lettere hanno baciato la mente dei tuoi figli dotti Notte quiete, minacciata invano dai forti boati di un vulcano Ionio luccica abbagliante di gioiello che fende le spumeggianti onde con passo da gigante Ardi d'estate di calura soffocante, ma la brezza marina mitiga la sete opprimente.
Medaglietta regale. Scoperta dinanzi a sacro portale. Potenti fasci di luce si irradiano dalle sue mani. Una madonna sormontata da una croce<. Eterno premio consolatore per chi ha ascoltato la santa voce; preludio del castigo che toccherà al feroce. Due cuori colpiti duramente<. Quello del figlio cinto dalle spine dei pagani; il suo, trafitto dalla pugnalata del peccato. Dodici stelle, fulgidi astri degli apostoli e delle tribù di israele testimoniano l'immensa fede nella beata vergine; degli stolti è redentrice; dei peccati del mondo corredentrice; oh maria, dacci la grazia di essere degni del tuo celeste amore. Illumina la strada di chi, confuso e scellerato, si è smarrito nel peccato. Perché in ogni tuo figlio mai si spenga tra dure prove l'ardore, il coraggio e il fervore di celebrare ogni giorno la tua gloria.
Ansia di comunicare con gesti e parole Molti dicono di esserlo, pochi veramente lo dimostrano Insieme a te si cresce, si scambiano le proprie esperienze Confronto di idee, contrapposizione anche di opinioni e sensazioni, ma uniti da un solo ideale Oblio di odio, oltraggio non arrechi, ma rispetto e stima sempre offri e chiedi.
Sbucati dall'antro dell'inferno, circolano indisturbati per le città. Sepolcri imbiancati girovaganti in cattività. Pii e docili fanno a gara ad occupar i primi banchi di una chiesa. La lode degli uomini anelata; quella di Dio calpestata. Di giorno parlano di Dio proclamando un'adesione verbale; predicando la buona novella; agitando la notte la serpente favella. uomini eleganti, profumati, parlano di giustizia e di pace mentre la mente a lungo tace. Sepolcri aperti di carne putrefatta, di pietà marcita e di empietà volta ad atroce disfatta.
Spesso mi chiedo perché getto versi; è forse perché voglio tradurre in arte la mia angoscia? Voglio lanciare messaggi nobili, sublimi, pieni di valori e speranze al potenziale lettore? O forse perché è esigenza insopprimibile del mio spirito esprimere ciò che penso scavare nel mio Io alla ricerca della mia identità?
Trionfo e apoteosi di un giorno assolato Regno inespugnabile di silenzio e quiete Assioma di precarietà di ogni esistenza Mormorio accorato di fauna e natura Occulto si presenta nei cuori degli insensibili Notte precorre, in una vita che non si spegne, ma sempre scorre Turchese il cielo si distingue secondo un copione prefissato Occhio beato, nel contemplar la meraviglia del creato.