Poesie inserite da Gabriella Stigliano

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Scritta da: Gabriella Stigliano

Al Dio ignoto

Ancora, prima di partire
E volgere lo sguardo innanzi
Solingo le mie mani levo
Verso di Te, o mio rifugio,
A cui nell'intimo del cuore
Altari fiero consacrai
Chè in ogni tempo
La voce tua mi chiami ancora.

Segnato sopra questi altari
Risplende il motto "Al Dio ignoto".
Suo sono, anche se finora
Nella schiera degli empi son restato:
Suo sono e i lacci sento,
Che nella lotta ancor mi atterrano
E, se fuggire
Volessi, a servirlo mi piegano.
Conoscerti voglio, o Ignoto,
Tu, che mi penetri nell'anima
E mi percorri come un nembo,
Inafferrabile congiunto!
Conoscerti voglio e servirti!
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    Scritta da: Gabriella Stigliano

    Fresche di fiumi in sonno

    Ti trovo nei felici approdi,
    della notte consorte,
    ora dissepolta
    quasi tepore d'una nuova gioia,
    grazia amara del viver senza foce.

    Vergini strade oscillano
    fresche di fiumi in sonno:

    E ancora sono il prodigo che ascolta
    dal silenzio il suo nome
    quando chiamano i morti.

    Ed è morte
    uno spazio nel cuore.
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      Scritta da: Gabriella Stigliano

      Imitazione della gioia

      Dove gli alberi ancora
      abbandonata più fanno la sera,
      come indolente
      è svanito l'ultimo tuo passo
      che appare appena il fiore
      sui tigli e insiste alla sua sorte.

      Una ragione cerchi agli affetti,
      provi il silenzio nella tua vita.

      Altra ventura a me rivela
      il tempo specchiato. Addolora
      come la morte, bellezza ormai
      in altri volti fulminea.
      Perduto ho ogni cosa innocente,
      anche in questa voce, superstite
      a imitare la gioia.
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        Scritta da: Gabriella Stigliano

        Ora che sale il giorno

        Finita è la notte e la luna
        si scioglie lenta nel sereno,
        tramonta nei canali.

        È così vivo settembre in questa terra
        di pianura, i prati sono verdi
        come nelle valli del sud a primavera.
        Ho lasciato i compagni,
        ho nascosto il cuore dentro le vecchie mura,
        per restare solo a ricordarti.

        Come sei più lontana della luna,
        ora che sale il giorno
        e sulle pietre bette il piede dei cavalli!
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          Scritta da: Gabriella Stigliano

          La nostra quercia

          Abbracciati all'ombra
          della nostra quercia
          udivamo il cantare delle ninfe
          e guardavamo il tramonto
          abbassarsi lontano
          come una mistica visione,
          ma negli inverni avanza
          l'ululato dei venti,
          che porta via
          bellezza e giornate d'amore
          divenute ricordi.
          Ogni anno
          attendo la primavera
          che allevia i miei sguardi,
          al riparo fra gli incanti
          della nostra dimenticata quercia.
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            Scritta da: Gabriella Stigliano

            Inni alla notte e cantico dei morti

            Noi sogniamo di viaggi per l'universo:
            ma l'universo non è forse dentro di noi?
            Noi non conosciamo gli abissi del nostro spirito.
            La via segreta che conduce all'interno.
            In noi, e in nessun altro luogo,
            sta l'eternità con i suoi mondi, il passato e il futuro.
            Il mondo esterno è il mondo delle ombre,
            e getta le sue ombre nel regno della luce.
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              Scritta da: Gabriella Stigliano

              L'angelo

              Sognai un sogno! Che vorrà mai dire?
              Regina ero, e vergine,
              guardata da un buon angelo:
              pena senza perché mai non s'inganna!

              Piangevo notte e giorno le mie lacrime,
              e lui me le asciugava;
              giorno e notte piangevo
              celandogli la gioia del mio cuore.

              Così sulle sue ali volò via;
              il mattino arrossì;
              io il pianto mi asciugai,
              e i miei timori armai di scudi e lance.

              Egli presto tornò: mai mi ero armata,
              così che tornò invano;
              gioventù era passata,
              e grigie chiome stavan sul mio capo.
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                Scritta da: Gabriella Stigliano

                Il giardino d'amore

                Nel giardino d'amore un giorno entrai,
                e vidi cosa mai veduta prima:
                una cappella eretta proprio al centro
                del prato ove ero solito giocare.

                Essa aveva cancelli ben sprangati,
                "tu non devi", era scritto sulla soglia;
                io al giardino d'amore mi rivolsi,
                che tanti fiori aveva generato;

                io lo vidi di tombe tutto ingombro,
                ed al posto dei fiori v'eran lapidi;
                e preti neri intorno, ad imbrogliare
                tra spini i miei piaceri e desideri.
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                  Scritta da: Gabriella Stigliano

                  Il mio spirito guardiano

                  Il mio spirito guardiano
                  attende ogni notte
                  l'astro di fuoco bianco
                  che fa luce
                  sui tuoi pensieri sovrapposti
                  ai miei cieli neri,
                  pensieri mutevoli nei sogni,
                  distanti da torbide fonti
                  e sacri come calici
                  di eterne preghiere
                  che dissetano
                  e redimono le ombre
                  inconsce ed inquiete
                  del mio predestinato
                  spirito guardiano.
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