Scritta da: Gesuino Curreli

Alla bugia

Amatissima bugia,
torna a starmi vicina
come quando tradivo,
e scioglievo negli effluvi di poesia
il tuo sapore dolce.

Finché mi eri compagna
rubavo al cuore il palpito,
e l'intrigo agro dolce
era un dipinto della fantasia.

Finito il sogno, ardevi
dentro i mortali vizi di onestà
e dentro le tue fiamme
scomparivano dame e cavalieri,
amori e tradimenti,
baldanza di conquista e sentimenti
dilapidati con facilità.

Carissima bugia,
farei per te i più grandi monumenti
se la gente capisse
che non sei nata ieri
dentro questa bugiarda umanità!
Composta lunedì 15 febbraio 2010
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    Scritta da: Gesuino Curreli

    La bugiarda poesia

    Un carnevale
    Abbiamo sentito l'alito caldo
    sotto la maschera madida di sudore.
    Abbiamo ballato per ore
    senza scambiare parole,
    sbirciando gli occhi
    dal cappuccio di fodera
    nera.
    Senza vederci abbiamo sentito l'amore.
    Una sala improvvisata
    sotto un'aria di fritto, una grassa risata.
    Un bancone diritto
    da dove pioveva buon vino.
    Un febbraio clemente, che ci dava ristoro.
    "Unu ticcù e abbardente"
    in una mischia dai ninnoli d'oro.
    Confusione e schiamazzi
    che quegli anni facevano pazzi
    ed irresponsabili, vogliosi
    di solo piacere, amanti di mestiere
    per poche serate.
    Son passate le stagioni dei gai stornelli,
    abbiamo buttato la maschera
    perché la vita ci ha chiesto il lasciapassare.
    Gli anni sono più avanti,
    ma di carnevale,
    anche se per pochi istanti
    penso a un amore di poche serate.
    A un forte pensiero spento con le grandi chiassate.
    Ora è tornato il silenzio, e la vita
    non ci fa più passare in quello stretto pertugio
    che portava alla sala.
    Ora c'è la luce solare.
    A questa non possiamo mentire,
    non ci è concesso trasgredire di nuovo.
    Chissà dove sei, e come ti chiami.
    Forse ancora mi ami, o ami
    quel cavaliere che mai
    avrebbe saputo di poter dare piacere.
    Ci voleva la maschera per poter diventare
    un'amante di razza anche se per poche sere.
    Chissà se ci pensi
    e se lo fai, spero tanto che i sensi
    ti facciano fremere ancora.
    Per me si è spenta l'aurora,
    e nel sole che al tramonto scolora
    cerco ancora il ricordo di un viso
    che ancor oggi mi ignora.
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      Scritta da: Gesuino Curreli

      L'uomo dai piedi di argilla

      Camminare sopra un arcobaleno,
      nei ritagli nel cielo
      in un angolo nell'immenso celeste
      e navigare a vista,
      godendo di vertigini e di altezze.
      Librarsi leggero e sfarsi nei versi,
      diventando noi stessi poesia,
      Lasciarsi prendere da intrigo e magia,
      non sentirsi di carne,
      muoversi informi e insinuanti
      come il fumo o il vapore,
      assecondando il vento che spinge
      ad altezze diverse.
      Fra le stelle che sanno fin troppo
      di vizi e delle cose terrene
      perché anche il più alto
      o più dritto fra gli uomini giusti
      appare un po' zoppo,
      davanti alla purezza del loro splendore.
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