Poesie preferite da isbra

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Scritta da: Pablo L.

E penso ancora a te

Profumo di mare da una finestra sconosciuta
Un ricordo fugge dalla porta mentre una speranza invade la stanza
E penso ancora a te
Sarà la brezza che porta i tuoi occhi?
Un respiro profondo e cado giù
Ubriaco senza aver bevuto
Stanco di camminare, provando a correre
E penso ancora a te
Sarà che ho tanto aspettato, che molto ho sbagliato
Poi rido, rido di me.
E penso ancora a te
La tua pelle bianca è il sogno perfetto
Il cammino ideale che porta al tuo seno
Al tuo ventre morbido dove trovo un rifugio sicuro
Chiudo gli occhi e ti cerco vicino a me
Ma tu non ci sei, io rido di me
E stranamente, sarà il cuore, la mente o od un brivido
Io, penso ancora a te.
Composta sabato 19 aprile 2014
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    Scritta da: Maria Spanu

    Colours

    Nero, il colore della rabbia
    rosso come le labbra tue
    giallo come un campo di grano
    verdi son le foglie di una rosa in attesa di essere colta
    da una fanciulla.
    Arancione, il tramonto che abbiamo visto ieri insieme.
    Blu oceano pieno di creature che vogliono vivere felici
    tanti colori possono descrivere sentimenti
    ma solo tu puoi farmeli toccare e provare!
    Composta venerdì 4 novembre 2011
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      Scritta da: Daniela Cesta

      Vorrei essere

      A volte vorrei essere, eterea e trasparente
      e volare sopra foreste e vallate,

      sul pelo dell'acqua di torrenti impetuosi,
      mentre il vento carezza la mia pelle nuda

      e gioca con i miei capelli strapazzandoli
      e spinge tutto il mio corpo nell'estasi,

      vorrei avere le ali di una farfalla,
      sentire il profumo dei fiori in primavera

      rotolare tra le nuvole estive
      e scendere in picchiata sulla fresca erba,

      osservare il nido dell'aquila solitaria,
      sorridere alla sua orgogliosa potenza,

      godere dall'alto del cielo della bellezza della terra
      con i suoi umori, sapori, profumi,

      libera dai dolori quotidiani,
      lontano dalle violenze terrene,

      dall'ingordigia dell'essere umano, che no guarda il creato.
      Mentre ascolto il silenzioso grido, della natura deturpata,

      di questa terra maltrattata, no amata,
      e allora volo verso il mare, per salvare le mie lacrime

      e versarle nell'acqua salata, come di sale sono le mie gocce
      che lente scendono dai miei occhi.
      Composta sabato 4 gennaio 2014
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        Scritta da: Dario Pautasso

        L'ultima volta

        L'ultima volta che ho baciato
        i tuoi occhi ero calmo
        come il suono di un ruscello
        lontano.
        Ero dolce quando già l'onda
        cresceva dentro un cuore
        riarso.
        Avrei voluto che le mani
        continuassero a non tremare
        per carezzarti i fianchi
        ma già il tuono rombava
        incalzante
        nella mia mente.

        L'ultima volta che ho baciato
        i tuoi occhi
        sapevo che il muro
        stava crollando
        eppure il sorriso ci rassicurava:
        piangevi di gioia
        prima del tuono
        prima che l'onda mi sommergesse,
        ancora.

        L'ultima volta che ho baciato
        i tuoi occhi
        ho sfiorato una lacrima
        che innaffiava la tua vita
        così genuina,
        forte: il fiore più bello.

        L'ultima volta
        già le foglie del mio albero
        si staccavano man mano
        lievi ed atroci
        tra il giallo accecante e il rosso dolente
        nella nera pozza
        degli addii.
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          Scritta da: Livido Nero
          Piomba forte al suolo
          tutta quest'acqua sporca,
          violenta la solenne calma del mare,
          spezza la resistenza di ogni stelo,
          spoglia ogni albero di se stesso,
          alimenta la malinconia dietro ai vetri.
          Neanche l'acuto suono d'un violino
          riesce a coprirne il rumore,
          neanche la voglia di non sentirlo più.
          Piove dentro e fuori questa notte,
          non c'è riparo, non c'è via di fuga
          quando s'allaga l'anima,
          non c'è salvagente che tenga a galla,
          non c'è mano tesa ad aiutare,
          solo il gocciolante riflesso
          in un vetro bagnato, gelato, incorruttibile.
          Composta martedì 19 novembre 2013
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            mal giorno

            Ti è mai successo
            di svegliarti una mattina
            e renderti conto di non esserti mai svegliato.
            Ti è mai successo
            di provare a camminare
            e renderti conto
            di dover di nuovo imparare.
            Ti è mai successo
            appena alzato,
            di guardarti intorno
            e decidere di tornare a dormire
            per poi non dormire.
            A me è successo,
            succede.
            Composta mercoledì 11 settembre 2013
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              Come un desiderantes attendo anch'io sotto le stelle
              spero di trovar la rotta, spero tornino i soldati
              ma i poeti laureati non conoscono la fotta
              di lottar come dannati per scavar sotto la pelle
              san trovare allegorie, san trovar suoni assonanti
              ma non colgono i lampi che precedono i tuoni
              voglion suoni e voglion manti per ornar i lori nomi
              io vorrei solo fuggire una matrioska di celle
              i cui mattoni son ricordi, le cui porte solo opzioni
              le pareti non son altro che pensieri in parallelo
              che coesistono concordi creando corridoi sordi
              sordi al suon della ragione, sordi al suono del vero.
              Composta domenica 5 agosto 2012
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                Scritta da: Andrea Smeraldi

                Silenzio

                Getta via, adesso, il tuo sorriso
                ipocrita, contratto ed indeciso
                getta la maschera che indossi!
                Perché poi continui a mentire
                a me che ho tratto dai tuoi paradossi
                Il mio modo di vestire la vita
                in un ballo matto di gioie ed ire.

                Perché non credi che io possa
                guardarti, scossa dai singhiozzi,
                e banalmente star ad ascoltare,
                mentre piangi forte e mi dici
                di non potercela più fare.

                Non verrò a raccontarti che la vita è bella,
                che chi non l'apprezza è stolto,
                non starò qui a dirti di non pensarci,
                aspetterò invece che tu abbia sciolto
                nel soffocato pianto i pensieri più marci,
                che il leggero frusciare delle fronde
                ti sembri più amico, più amico
                il tenero vento che le fa vibrare
                che il folto paesaggio collinare
                ti spenga infine i lucenti occhi,
                e un pensiero nuovo e più lieto ti tocchi,
                sì che io trovi occasione di avvicinarti appena
                per accarezzarti, infantile gesto, la schiena,
                prenderti la mano e discendere l'irto sentiero
                tra pietre divelte e cespi di giovane avena
                fin giù in basso, tra l'ipocrite case,
                col capo alto e lo sguardo fiero,
                indossando la maschera che la gente
                vuol vederci portare, e in segreto
                il nostro viso sincero: duro e tetro.
                Composta venerdì 26 ottobre 2012
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