Poesie preferite da Jo96

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Non aspettare di finire l'università,
di innamorarti,
di trovare lavoro,
di sposarti,
di avere figli,
di vederli sistemati,
di perdere quei dieci chili,
che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina,
la primavera,
l'estate,
l'autunno o l'inverno.
Non c'è momento migliore di questo per essere felice.
La felicità è un percorso, non una destinazione.
Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno.
Ricordati che la pelle avvizzisce,
i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.
Ma l'importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela.
Dietro ogni traguardo c'è una nuova partenza.
Dietro ogni risultato c'è un'altra sfida. Finché sei vivo, sentiti vivo.
Vai avanti, anche quando tutti si aspettano che lasci perdere.
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    Scritta da: Marta Emme

    Siam polvere di stelle

    Fin da piccolino iniziava il cammino:
    ogni sasso, ogni buca
    che incontravi sul selciato
    a dura prova metteva il tuo operato.
    Tutto era parte di un costrutto
    di cui coglievi sempre il frutto,
    ora bello ora brutto,
    ma se avanti potevi andare
    è perché nuovi orizzonti
    ponevi al tuo operare
    e non ti fermava dover far calibratura
    che in linea sempre stavi alla natura.
    Così eri forte senza discussione
    e centravi ogni previsione.
    Ma non si può prevedere
    ogni cosa che può accadere,
    così giunse un giorno cupo
    quando il male ti addentò
    con le fauci di un lupo,
    perché pietà non aveva
    e esser più tenace non poteva.
    Di fronte a quella fiera
    nessun effetto sortiva una preghiera.
    La forza morale solo ti poteva aiutare
    insieme a chi ti era solidale.
    Di ciò coglievi i frutti
    che lenivan quei momenti così brutti.
    La prova era assai dura,
    ma se il peso di tal disavventura
    piegava la tua figura
    la sfida accoglievi senza mostrar paura.
    Coraggio davi a chi ti era vicino
    perché fiducia ponevi nel destino,
    seppur sapevi birichino.
    Così ogni cura facevi
    per sanar le ferite che avevi,
    e più ti convincevi che vivere o morire
    era questione da definire,
    ma non ne avevi perciò a soffrire
    in un tempo in cui guardare avanti
    era un imperativo per tutti quanti.
    E se infine soccombevi alla creatura,
    ebbene, in linea sempre stavi alla natura
    perché era lei, ancora, a dettar la partitura,
    come per le stelle nel cielo,
    come per l'ostinata pianta del melo,
    così per te, confortato da un credo;
    giacché una legge dell'universo
    è racchiusa in questo verso,
    come dir che niente viene perso.
    Composta sabato 14 giugno 2014
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