Le migliori poesie inserite da Lucio Dusso

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Scritta da: Lucio Dusso
Una cosa vorrei dirvi.
È una cosa speciale per coloro
che sono sensibili alle cose belle.
Abbiate un sogno.
Abbiate un bel sogno.
Seguite soltanto un sogno.
Il sogno di tutta la vita.
La vita che è un sogno è lieta.
Una vita che segue un sogno
si rinnova di giorno in giorno.
Sia il vostro un sogno che miri a rendere liete
non soltanto tutte le persone,
ma anche i loro discendenti.
È bello sognare di rendere felice tutta l'umanità.
Non è impossibile...
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    Scritta da: Lucio Dusso

    Se...

    Se sei stanco di tutto e di tutti,
    se ti senti tradito e deluso,
    se sei solo perché non trovi un amico...

    se la malattia ti ha stroncato ogni sogno,
    se il tuo vivere sa solo di morte,
    se non sai più donare un sorriso...

    se Dio non l'hai mai incontrato,
    se Dio ti ha soltanto deluso,
    se Dio per te ha il sapore di inganno...

    se non sai più sopportare te stesso,
    se nulla riesci a donare alle persone che ami,
    se vuoi ritrovare la gioia di vivere...

    un pensiero può diventare luce quando ti trovi al buio,
    un pensiero può diventare sollievo quando ti senti stanco,
    un pensiero può diventare carezza quando non trovi aiuto nella persona che speravi ti amasse
    In un pensiero può nascondersi anche Dio che ti vuole offrire la forza per poter vivere, che ti sa infondere coraggio per poter amare.
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      Scritta da: Lucio Dusso
      Avevo una scatola di colori,
      brillanti decisi e vivi
      avevo una scatola di colori,
      alcuni caldi, alcuni molto freddi.
      Non avevo il rosso
      per il sangue dei feriti,
      non avevo il nero
      per il pianto degli orfani,
      non avevo il bianco
      per il volto dei morti
      non avevo il giallo
      per le sabbie ardenti.
      Ma avevo l'arancio
      per la gioia della vita,
      e il verde per i germogli e i nidi,
      e il celeste per i chiari
      cieli splendenti
      e il rosa per il sogno e il riposo.
      Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
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        Scritta da: Lucio Dusso

        Io lo ricordo, amata, io lo ricordo

        Io lo ricordo, amata, io lo ricordo,
        Lo splendore dei tuoi capelli;
        Non fu allegra vicenda, né leggera,
        Per me l'abbandonarti.

        Delle notti autunnali mi ricordo,
        Del murmure nell'ombra di betulle:
        E se allora più corti erano i giorni,
        Più a lungo dava luce a noi la luna.

        Ed io ricordo che tu mi dicevi:
        "Questi anni azzurri se ne andranno via,
        E tu, mio amato, dimenticherai,
        Per sempre, per un'altra".

        Ma oggi il tiglio che va rifiorendo
        Di nuovo ha ricordato ai sentimenti
        Come teneramente cospargevo
        A quel tempo i tuoi riccioli di fiori.

        E il cuore, non disposto a raffreddarsi,
        E amando un'altra con malinconia,
        Va ricordando con quell'altra te,
        Come un lungo racconto prediletto.
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          Scritta da: Lucio Dusso
          Che vita mai, che gioia senza Afrodite d'oro?
          Ch'io sia morto quando più non mi stiano a cuore
          l'amore segreto, i dolci doni e il letto:
          questi sono i fiori della giovinezza, desiderabili
          per gli uomini e le donne. Quando poi dolorosa sopravviene
          la vecchiaia, che rende l'uomo turpe e cattivo,
          sempre nell'animo lo corrodono tristi pensieri;
          e di vedere i raggi del sole non gioisce,
          ma è odioso ai ragazzi e in dispregio alle donne:
          così penosa fece il Dio la vecchiaia.
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            Scritta da: Lucio Dusso

            Il dono

            Il dono eccelso che di giorno in giorno
            e d'anno in anno da te attesi, o vita
            (e per esso, lo sai, mi fu dolcezza
            anche il pianto), non venne: ancor non venne.
            Ad ogni alba che spunta io dico: "È oggi":
            ad ogni giorno che tramonta io dico:
            "Sarà domani". Scorre intanto il fiume
            del mio sangue vermiglio alla sua foce:
            e forse il dono che puoi darmi, il solo
            che valga, o vita, è questo sangue: questo
            fluir segreto nelle vene, e battere
            dei polsi, e luce aver dagli occhi; e amarti
            unicamente perché sei la vita.
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              Scritta da: Lucio Dusso

              La madre

              Vedova, lavorò senza riposo
              per la bambina sua, per quel suo bene
              unico, da lo sguardo luminoso;

              per essa sopportò tutte le pene,
              per darle il pan si logorò la vita,
              per darle il sangue si vuotò le vene. -

              La bimba crebbe, come una fiorita
              di rose a maggio, come una sultana,
              da la materna idolatria blandita;

              e così piacque a un uom quella sovrana
              beltà, che al suo desio la volle avvinta,
              e sposa e amante la portò lontana!...

              ... Batte or la pioggia dal rovaio spinta
              ai vetri de la stanza solitaria
              ove la madre sta, tacita, vinta:

              schiude essa i labbri, quasi in cerca d'aria;
              ma pensa: "La diletta ora è felice... ".
              E, bianca al par di statua funeraria,

              quella sparita forma benedice.
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