Vorrei saggiare gli umori degli occhi tuoi per tastare la dolcezza del tuo cuore, e assaporare le tue rosse labbra che insaporiscono le tue parole. Così soltanto capirei quanta pazzia c'è nella tua mente per il mio cuore.
Ama come se la vita non avesse fine mai, e ama ancor più il tuo presente come se di te fosse spasimante; e se ti cogliesse il dubbio che quello che hai donato non sia servito a niente, non ti sfiori mai l'idea di tirarti indietro, perché sempre esisterà qualcuno che di quel tuo dono ne farà ricchezza.
Sono divenute aride le mie parole, come granelli di sabbia in un deserto di frasi mute, che scorrono tra le mie labbra, ormai prive del loro lido, e il mio cuore, annegato tra singhiozzi, non riesce neanche a sussurrare più il tuo nome. Mi manca tanto il tuo pianto, la tua lontananza il tuo sogno, il nostro vaneggiare a lungo e il perderci in noi stessi per ritrovarci ancora con il grande desiderio di rimanere per sempre insieme.
Sarei per te il polline del tuo fiore preferito, per arrivare all'oasi del tuo cuore, attraverso il tuo respiro. E là sostare a lungo ai margini di questo, per alimentarmi soltanto del suo umore, e così dare finalmente vita al fiore di questo nostro immenso amore.
Sarebbe bello scoprire che, di ogni cosa già vissuta da noi stessi potesse rimanere il ricordo del passato, ed osservare dolcemente, che niente di niente non potrebbe rimanere, se nel proprio cuore esistesse già una traccia. Ma se di quelle parole, spese inutilmente soltanto per amare e per dare a lei ciò che non hai ricevuto in cambio, ti ritornasse un'eco, varrebbe ancora piangere frasi?
Non esistono soste nel metrò dei ricordi, ma solo braccia tese nell'aria che, dai marciapiedi affollati di remote istantanee così prive di tempo, ma tanto ricche di vita, lanciano addosso ai passanti infiniti silenzi a marcire per sempre in una lista d'attesa per un posto nel cuore.
Quanta pioggia per dissolvere un sentimento, per cancellare orme colme di sogni, nell'intento di annegare un amore scritto nel fango dei ricordi. Quanta pioggia ancora per confondere pianti incontenuti e straripati da nostalgici palpebre empi di tristezza. Quanto amore però in ogni lacrima di pioggia.
Portami dove l'azzurro piange lacrime di luce, dove il mare e il vento corteggiano con onde melodiose la bionda chioma del raggiante sole. Là dove aquile e tortore dimorano negli stessi nidi, e dove nel fiume dell'amore immergono i poeti le loro rime. Portami dove vita e tempo non gareggiano più per il primato, ma mano nella mano vanno insieme verso l'infinito.
Non ci sono sentimenti nè amori nascosti che non siano segreti. Fai sì allora che questi segreti vengano svelati, descritti e criticati dall'ipocrisia umana, e vedrai che prima o poi la pubblica opinione li getterà via per evitare che la loro divulgazione possa essere motivo di gioia per chi ne gode.
Ci sono lacrime che dagli occhi scorrono sul viso ed hanno vita breve; ce ne sono altre invece, quelle più longeve, che invisibilmente si infiltrano fin dentro il cuore. Le lacrime sul viso si perdono immemori degli insuccessi e solitamente finiscono per terra ad alimentare i ricordi del passato. Quelle sul cuore invece vi si ristagnano così a lungo creando profondi solchi nella nostra vita per il rimpianto di tutto ciò che non si è vissuto.