Il tuo cane ha due mesi, e già ti somiglia. Ho avuto paura che mi azzannasse quando si è messo a leccarmi le caviglie. Hai scambiato i numeri delle aiuole. L'hai disposte dal verso sbagliato. "Per distrazione" mi hai detto. Per me invece l'hai fatto apposta per essere dimenticata. Un po' di tempo fa ti avrei perdonata, ma oggi sono sicuro che se il mondo va così male è anche colpa tua. Sei ingrassata sui fianchi. Sei meno carina di qualche tempo fa. Che importa se vorrei vederti incinta delle mie carezze. Questo non te l'ho detto.
Hai una frangia che urla. Forse ti sta male. Ma quale occasione migliore per chiederti un favore. Se i tuoi occhi potessero parlare avrei un motivo in più per andare a lavoro. Avrei il coraggio di sbraitare contro la macchinetta del caffè. Pretenderei maggiore attenzione dalla mia compagna. Un po' di zucchero non sta male in mezzo alle pratiche quotidiane. La radio accesa che canta la solita ossessione. È una canzone da ballo, ma a me viene voglia d'essere malinconico. Non sono un ossesso; ho solo voglia di chiederti meno confini:
più elefanti da mettere nei sogni, più spiagge in questa desolazione.
La lavatrice non va più. E l'acqua dal rubinetto esce di un colore strano, incomprensibile. Dovresti venire a vedere che fine hanno fatto i tuoi gerani. Non sono più rossi, non sono più gialli. Beh il tuo cane non sta poi tanto meglio. Tiffany non sembra più lui. Va in giro per la casa con troppi ossi in bocca. Fa le fuse come un gatto. Che pena mi fa! Ti sei dimenticata di dirmi come Si stirano le camicie. Ma si mette L'acqua calda o quella fredda? Mi avresti dovuto lasciare degli appunti. Lo sai quanto sono imbranato con i lavori domestici. Gli ospiti non vengono più Con piacere. Pretendono un padrone Di casa meno irritabile. Non so davvero come fare per Essere più socievole. Quando mi hai detto che per noi non c'era più futuro mi avresti dovuto almeno insegnare qualche storia divertente.
Erano vent'anni che non piangevo; adesso mi sembra che tutto il tempo sia passato invano; sugli sfondi opachi e un po' tristi degli smalti da lavare, e sulla ruggine degli occhi degli innamorati. Tu sei morta; e non capisco come ciò possa essere accaduto; mi ricordo che camminavi con il bastone; (la gente ha sempre rispetto per chi cammina piano, o questo vale per me soltanto? ) e mi regalavi ogni giorno delle poesie. Non ho mai capito perché scrivevi così tanto, forse sapevi che il tuo tempo stava per finire? Io credevo invece che avessimo un'intera vita davanti. Che senso ha oggi questa città, che non Mi è sembrata mai tanto orrenda, e questa stupida estate? Tu sei morta, ma forse non te ne sei ancora accorta. E scrivi i tuoi versi stando sulle ginocchia. Oggi non pesi più di quaranta chili e incominci a cantare come un'allodola. Io sono qui che scrivo e mi sembra di aver sbagliato ancora. Tu mi dicevi che avevo talento, ma adesso Non riesco a distinguere l'acca dalle vocali, e mi chiedo qual è il senso di questo spettacolo?
Non sono venuto al tuo funerale. Non so quanta gente c'era e quante facce ti hanno accompagnato. Tutto si sarà svolto in fretta; qualche lacrima (ma penso poche), delle fredde condoglianze. La tua cerimonia sarà stata uguale a tante altre. Tu adesso non ci sei più; ed è inutile questa poesia e tutto quello che si farà per te. Io non ti sto parlando, non ti sto scrivendo, sebbene m'illudo di questo. Domani dei rumori seguiranno altri rumori, le strade saranno verniciate con strisce nuove, di tanto in tanto delle lucciole ci parleranno, e tutto sarà tranquillo: