Scritta da: Marco Carbone

Il tuo cane ha due mesi

Il tuo cane ha due mesi, e già ti somiglia.
Ho avuto paura che mi azzannasse
quando si è messo a leccarmi le caviglie.
Hai scambiato i numeri delle aiuole.
L'hai disposte dal verso sbagliato.
"Per distrazione" mi hai detto. Per me invece
l'hai fatto apposta per essere dimenticata.
Un po' di tempo fa ti avrei perdonata,
ma oggi sono sicuro che se il mondo
va così male è anche colpa tua.
Sei ingrassata sui fianchi. Sei meno carina
di qualche tempo fa.
Che importa se vorrei vederti incinta
delle mie carezze. Questo non te l'ho detto.

Dirtelo, a me, avrebbe fatto più male.
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    Scritta da: Marco Carbone

    Hai una frangia che urla

    Hai una frangia che urla. Forse ti sta male.
    Ma quale occasione migliore per chiederti un favore.
    Se i tuoi occhi potessero parlare
    avrei un motivo in più per andare a lavoro.
    Avrei il coraggio di sbraitare
    contro la macchinetta del caffè.
    Pretenderei maggiore attenzione dalla mia compagna.
    Un po' di zucchero non sta male
    in mezzo alle pratiche quotidiane.
    La radio accesa che canta la solita ossessione.
    È una canzone da ballo, ma a me viene
    voglia d'essere malinconico.
    Non sono un ossesso;
    ho solo voglia di chiederti meno confini:

    più elefanti da mettere nei sogni,
    più spiagge in questa desolazione.
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      Scritta da: Marco Carbone

      La lavatrice non va più

      La lavatrice non va più. E l'acqua
      dal rubinetto esce di un colore strano,
      incomprensibile.
      Dovresti venire a vedere che fine hanno fatto
      i tuoi gerani. Non sono più rossi,
      non sono più gialli.
      Beh il tuo cane non sta poi tanto meglio.
      Tiffany non sembra più lui.
      Va in giro per la casa con troppi
      ossi in bocca. Fa le fuse come un gatto.
      Che pena mi fa!
      Ti sei dimenticata di dirmi come
      Si stirano le camicie. Ma si mette
      L'acqua calda o quella fredda?
      Mi avresti dovuto lasciare degli appunti.
      Lo sai quanto sono imbranato
      con i lavori domestici.
      Gli ospiti non vengono più
      Con piacere. Pretendono un padrone
      Di casa meno irritabile.
      Non so davvero come fare per
      Essere più socievole.
      Quando mi hai detto che per noi
      non c'era più futuro
      mi avresti dovuto almeno insegnare
      qualche storia divertente.
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        Scritta da: Marco Carbone

        Quello che si farà per te

        Erano vent'anni che non piangevo;
        adesso mi sembra che tutto il tempo
        sia passato invano; sugli sfondi opachi
        e un po' tristi degli smalti da lavare,
        e sulla ruggine degli occhi degli
        innamorati. Tu sei morta; e non capisco
        come ciò possa essere accaduto;
        mi ricordo che camminavi con il bastone;
        (la gente ha sempre rispetto per chi
        cammina piano, o questo vale
        per me soltanto? ) e mi regalavi ogni giorno
        delle poesie. Non ho mai capito
        perché scrivevi così tanto, forse sapevi
        che il tuo tempo stava per finire?
        Io credevo invece che avessimo
        un'intera vita davanti.
        Che senso ha oggi questa città, che non
        Mi è sembrata mai tanto orrenda,
        e questa stupida estate?
        Tu sei morta, ma forse non te ne sei
        ancora accorta. E scrivi i tuoi versi stando
        sulle ginocchia. Oggi non pesi più di
        quaranta chili e incominci a cantare
        come un'allodola. Io sono qui che scrivo
        e mi sembra di aver sbagliato ancora.
        Tu mi dicevi che avevo talento, ma adesso
        Non riesco a distinguere l'acca dalle vocali,
        e mi chiedo qual è il senso di questo spettacolo?

        Non sono venuto al tuo funerale. Non so quanta
        gente c'era e quante facce ti hanno accompagnato.
        Tutto si sarà svolto in fretta; qualche lacrima
        (ma penso poche), delle fredde condoglianze.
        La tua cerimonia sarà stata uguale a tante altre.
        Tu adesso non ci sei più; ed è inutile questa poesia
        e tutto quello che si farà per te.
        Io non ti sto parlando, non ti sto scrivendo,
        sebbene m'illudo di questo.
        Domani dei rumori seguiranno altri
        rumori, le strade saranno verniciate con strisce
        nuove, di tanto in tanto delle lucciole
        ci parleranno, e tutto sarà tranquillo:

        questo è ciò che più non sopporto.
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