Troppe volte ho cercato rimedi per l'amore, quante volte ho lottato per tenere a freno il cuore. Sogni, speranze, sensazioni da cullare, ma sei barca in balìa delle onde percorrendo questo mare. Voci, conforto, cerchi ovunque, persino alla radio, di canzoni ne ascolti una, due, tre, potresti fare un podio, intanto l'amore non fa sconti e ti presenta l'odio. "Salve, mi presento", sembra dirti, come i veri signori, ma puntualmente, nel tradirti, ruba i tuoi anni migliori. Allora devi essere forte, devi lottare, l'odio è anche amore se lo sai affrontare. Ti senti solo, ma tornando a quel mare, ti basterà un amico vero per imparare a nuotare. L'amore è odio e l'odio è amore, non perder tempo a cercar distinzione; è solo una questione prospettica, sei tu il pittore che dipinge: se un lato perde, l'altro vince. Anche un quadro ha le sue due facce, un po' come odio e amore, basta dipingerlo con un solo colore. E qui, dentro di te, deve crearsi la magia, che portandoti via... ti mostrerà il sentiero, non pensare a ciò che è stato, non puoi fare il prigioniero; non c'è odio, non c'è amore, ma c'è solo un vincitore: chi, rispettando se stesso, senza risparmiarsi, sembrando anche fesso... nel prodigarsi. Sarà stato vero... ed è questa la vittoria più bella di un grande guerriero.
Il mare... quante volte l'ho guardato, perso tra pensieri nostalgici, sperando potesse portarmi con il suo lento fluire la persona a me più cara, ma ora che son cresciuto non mi allieta più. Il cielo... quante volte me ne sono stato lì a fissarlo, cercando tra le nuvole tratti familiari di una promessa ormai boccheggiante, ma ora che sono cresciuto non mi meraviglia più. E Te... quante volte ti ho fissato, perso tra le linee di un profilo ormai a me così caro, tanto caro da riportarmi alla mente i ricordi di quel mare e di quel cielo, che un tempo fissavo speranzoso, prima che la realtà divenisse inesorabile giustiziera dei miei sogni di bimbo. In quei sogni c'eri tu, ora lo so... su quelle onde avrei voluto giungessi tu, in quei tristi tramonti avrei voluto scorgere i tuoi tratti, Quel passato che di tanto in tanto torna con il suo incedere burrascoso a puntellare la parte più nascosta del mio cuore, non intende abbandonarmi... Troppe volte ho versato lacrime di rabbia, troppe volte mai una mano ne fermava il corso... ora sono stanco passato... sono stanco tesoro mio... non ho più voglia di lottare non ho più la forza mai più ci sarà quel mare, giuro non chiederò più di vederti arrivare... mai più ci sarà quel cielo, giuro chiuderò gli occhi nel guardarlo pur di non vederti, mai più ci sarai tu... che quella sera ti persi e non riuscii più a trovarti.
Quante volte ho desiderato parlarti, lì cupo in quel mio sguardo sognante restavo muto, fotografando un istante, che privo di senno, di certo sbagliato, creavo per me ed il mio cuore malato. Quante volte la rabbia mi destava repentina, strappandomi la notte per quella triste mattina, ed io lì a lottare, fiero, risoluto, credendo esistesse un perché a quel ritratto muto... Quante volte ho perduto la voglia, la fede, la speranza di continuare a volare, ma senza coraggio, in quella misera stanza... Viaggi, Viaggi e ancora viaggi mentali, giravo il mondo ad occhi chiusi per portarti da me, monti, pianure e soprattutto mari solcavo in quel buio per giungere a te. Ma poi l'incanto svanisce sempre e ritorno dal viaggio e credimi non c'è niente di peggio; e allora da sveglio tutto è scontato, effimero, banale e tocca sintonizzare la vita su un altro canale; ma tu non sai in quei viaggi quanto sembravi reale, sai c'ho creduto, anche se solo un frangente, se solo un minuto; e allora sai che farò? Ci crederò di più e nel prossimo sogno, tanto è tutto mio con rinnovata fede nel mio Dio, proverò a baciarti e come ghost, chissà, magari a toccarti; perché esiste, lo so, un singolo caso, sì privo di senno e solo le fiabe lo sanno... in cui un desiderio espresso con spirito puro, magari prescelto se il fato vorrà... faccia sì che un sogno pensato all'oscuro, si riempia di luce e diventi realtà...