Scritta da: marghe12

Ad E. M.

Gli occhi tuoi belli
ingranditi dalla malattia,
nel viso ripulito,
non tacciono
una mesta vaghezza crepuscolare.
È vacante la pupilla,
come avvolta da un pesante scialle nero.

Così mirando
gli occhi tuoi belli
sul fondo del mio cuore
atterra un gemito in volo,

ma dalla mia gola
un canto
s'alza,
per arrivare fin li, dove giaci, lontana,
profumata da chissà quale fiore.
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    Una femmina

    Immaginazione,
    mi regalò mia madre
    quando nacqui, come un monile
    di perle rumorose,

    mi ricordano l'acqua del
    fiume che gorgheggia tra le pietre,
    prima di cadere in cascata,
    quando le sento strusciarsi,
    come pendoli miagolanti. Un eccitante sensazione.
    Felina, animale.

    Una femmina,
    mia madre partorì.
    Una dote che
    ho dovuto
    imparare.
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      Scritta da: marghe12

      Memoria fluida

      A che cosa si può incollare
      un pensiero, l'alitare del ricordo
      che nel fiato della vita si disperde?
      Forse, alla bianca parete di un muro?

      Scivola via,
      come sudore
      sulla pelle bagnata
      la linea tracciata dalla mano
      sul vetro appannato.

      Dove si arresta la memoria?

      L'orecchino che portavi
      continua a brillare
      su tutte le mie parole.

      E non ho dimenticato,
      neppure una sillaba
      della tua canzone, ma,
      il fuoco nella mia mente
      continua a bruciare
      velieri
      su cui non potrò più navigare...

      e intanto, si, mi ricordo
      di venti di cristallo e polvere di caramella,

      dolcezza infinita,
      tra le pieghe della
      tua pelle.
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