Poesie preferite da mor-joy

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A te si arriva

A te si arriva solo attraverso te.
Ti aspetto.
Io sì che so dove mi trovo,
la mia città, la via, il nome
con cui tutto mi chiamano.
Però non so dove sono stato con te.
Là mi hai portato tu.
Come avrei imparato la strada
se non guardavo nient'altro che te,
se la strada era dove tu andavi,
e la fine fu quando ti sei fermata?
Che altro poteva esserci
più di te che ti offrivi, guardandomi?
Però adesso che esilio,
che mancanza,
e lo stare dove si sta.
Aspetto, passano i treni,
i destini, gli sguardi.
Mi porterebbero dove non sono stato mai.
Ma io non cerco nuovi cieli.
Io voglio stare dove sono stato.
Con te, ritornarci.
Che intensa novità,
ritornare un'altra volta,
ripetere mai uguale
quello stupore infinito.
E fino a quando non verrai tu
io resterò sulla sponda
dei voli, dei sogni,
delle stelle, immobile.
Perché so che dove sono stato
non portano né ali, né ruote, né vele.
Esse vagano smarrite.
Perché so che dove sono stato con te
si va solo con te, attraverso te.
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    Scritta da: Silvana Stremiz

    A mio Padre

    A mio padre
    Ricordo i tuoi occhi quasi spenti.
    Il tuo sorriso a stento.
    Le parole che avrei voluto dirti,
    che non ho detto.
    La tua forza, il dolore soffocato,
    la tua infelicità nascosta,
    e la tua lealtà.
    Ricordo il tuo amore, non sempre capito.
    Le tue lezioni di vita, a volte esagerate,
    I tuoi rimproveri.
    Ricordo il tuo orgoglio nel nominarci,
    la tua felicità nel vederci.
    Ricordo i valori che ci hai trasmesso,
    la tua voglia di giocare e di vivere,
    e forse anche di morire.
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      Scritta da: Silvana Stremiz

      Blues in Memoria

      Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono,
      fate tacere il cane con un osso succulento,
      chiudete i pianoforti e fra un rullio smorzato
      portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

      Incrocino gli aereoplani lassù
      e scrivano sul cielo il messaggio Lui È Morto,
      allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni,
      i vigili si mettano i guanti di tela nera.

      Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed il mio Ovest,
      la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica,
      il mio mezzodì, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto;
      pensavo che l'amore fosse eterno: avevo torto.

      Non servono più le stelle: spegnetele anche tutte;
      imballate la luna, smontate pure il sole;
      svuotatemi l'oceano e sradicate il bosco;
      perché ormai nulla può giovare.
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        Scritta da: Elisa Iacobellis
        Sono una stella del firmamento
        che osserva il mondo, disprezza il mondo
        e si consuma nel proprio ardore.

        Io sono il mare di notte in tempesta
        il mare urlante che accumula nuovi
        peccati e agli antichi rende mercede.

        Sono dal vostro mondo
        esiliato di superbia educato, dalla superbia frodato,
        io sono il re senza corona.

        Son la passione senza parole
        senza pietre del focolare, senz'arma nella guerra,
        è la mia stessa forza che mi ammala.
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