Poesie inserite da Paolo P

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Scritta da: Paolo P

Francesca

Venivi innanzi uscendo dalla notte
recavi fiori in mano
ora uscirai fuori da una folla confusa,
da un tumulto di parole intorno a te.
Io che ti avevo veduta fra le cose prime
mi adirai quando sentii dire il tuo nome
in luoghi volgari.
Avrei voluto che le onde fredde sulla mia mente fluttuassero
e che il mondo inaridisse come una foglia morta,
o vuota bacca di dente di leone, e fosse spazzato via,
per poterti ritrovare,
sola.
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    Scritta da: Paolo P

    Il mio paese mi fa male

    Il mio Paese mi fa male per le sue vie affollate,
    per i suoi ragazzi gettati sotto gli artigli delle aquile insanguinate,
    per i suoi soldati combattenti in vane sconfitte
    e per il cielo di giugno sotto il sole bruciante.
    Il mio Paese mi fa male in questi empi anni,
    per i giuramenti non mantenuti,
    per il suo abbandono e per il destino,
    e per il grave fardello che grava i suoi passi.
    Il mio Paese mi fa male per i suoi doppi giochi,
    per l'oceano aperto ai neri vascelli carichi,
    per i suoi marinai morti per placare gli dei,
    per i suoi legnami troncati da una forbice troppo lieve.
    Il mio Paese mi fa male per tutti i suoi esilii,
    per le sue prigioni troppo piene, per i suoi giovani morti,
    per i suoi prigionieri ammassati dietro il filo spinato,
    e tutti quelli che sono lontani e dispersi.
    Il mio Paese mi fa male con le sue città in fiamme,
    male contro i nemici e male con gli alleati,
    il mio Paese mi fa male con tutta la sua giovinezza
    sotto bandiere straniere, gettata ai quattro venti,
    perdendo il suo giovane sangue in rispetto al giuramento
    tradito di coloro che lo avevano fatto.
    Il mio Paese mi fa male con le sue fosse scavate,
    con i suoi fucili puntati alle reni dei fratelli,
    e per coloro che contano fra le dita spregevoli,
    il prezzo dei rinnegati piuttosto che una più equa ricompensa.
    Il mio Paese mi fa male per la sua falsità da schiavi,
    con i suoi carnefici di ieri e con quelli di oggi
    mi fa male col sangue che scorre,
    il mio Paese mi fa male. Quando riuscirà a guarire?
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      Scritta da: Paolo P

      Contro l'usura

      Con usura nessuno ha una solida casa
      di pietra squadrata e liscia
      per istoriarne la facciata,
      con usura
      non v'è chiesa con affreschi di paradiso
      harpes et luz
      e l'Annunciazione dell'Angelo
      con le aureole sbalzate,
      con usura
      nessuno vede dei Gonzaga eredi e concubine
      non si dipinge per tenersi arte
      in casa ma per vendere e vendere
      presto e con profitto, peccato contro natura,
      il tuo pane sarà staccio vieto
      arido come carta,
      senza segala né farina di grano duro,
      usura appesantisce il tratto,
      falsa i confini, con usura
      nessuno trova residenza amena.
      Si priva lo scalpellino della pietra,
      il tessitore del telaio
      CON USURA
      la lana non giunge al mercato
      e le pecore non rendono
      peggio della peste è l'usura, spunta
      l'ago in mano alle fanciulle
      e confonde chi fila. Pietro Lombardo
      non si fè con usura
      Duccio non si fè con usura
      né Piero della Francesca o Zuan Bellini
      né fu 'La Calunnià dipinta con usura.
      L'Angelico non si fè con usura, né Ambrogio de Praedis,
      nessuna chiesa di pietra viva firmata: 'Adamo me fecit'.
      Con usura non sorsero
      Saint Trophine e Saint Hilaire,
      usura arrugginisce il cesello
      arrugginisce arte ed artigiano
      tarla la tela nel telaio, nessuno
      apprende l 'arte d'intessere oro nell'ordito;
      l'azzurro s'incancrena con usura; non si ricama
      in cremisi, smeraldo non trova il suo Memling
      usura soffoca il figlio nel ventre
      arresta il giovane amante
      cede il letto a vecchi decrepiti,
      si frappone tra giovani sposi
      CONTRO NATURA
      Ad Eleusi han portato puttane
      carogne crapulano
      ospiti d'usura.
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        Scritta da: Paolo P

        I poemi di Fresnes - Salmo I

        L'opera dei malvagi è caduca,
        Gli idoli d'oro che hanno innalzato
        Un giorno crolleranno sulla loro base di sabbia
        E il buio cadrà sulle loro forme sognate.

        O Signore, noi che siamo stati rinchiusi dietro queste porte,
        E che siamo stati sbarrati con mille catenacci,
        Noi per i quali i soldati di questa fortezza
        Fanno risuonare i loro passi nel chiuso dei corridoi,

        O Signore, Voi sapete che sdraiati sulla paglia
        O sul duro cemento delle prigioni senza finestre
        Abbiamo saputo trovare in noi stessi, sia quel che sia,
        La speranza incrollabile dei tempi migliori.

        Abbiamo ricordato gli antichi affetti
        Abbiamo disegnato sul gesso dei muri
        Le affascinanti immagini della nostra santa giovinezza
        E i nostri Cuori senza rimorsi sanno che resteranno puri.

        Fuori la stoltezza si bagna di rosso sangue,
        E il nemico già si crede immortale
        Ma egli solo spera nel lungo avvenire del suo potere.
        E le sbarre, O Signore, non riescono a nasconderci il cielo.
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          Scritta da: Paolo P

          Le Stelle

          Quando gli uomini guarderanno le stelle,
          nel loro cuore si leverà, carico di essenze,
          il vento della notte.

          Sulla foresta, sul lago, sulla città,
          le nuvole fluttueranno tranquille.

          Allora le stelle inizieranno a cadere copiose
          e come la rugiada copriranno ogni cosa.

          Nel disegno tracciato dall'invisibile nastro divino,
          tutte le costellazioni crolleranno a una a una
          con estrema eleganza.

          D'allora in poi le stelle dimoreranno
          nella nostra anima, e forse torneranno ancora
          quei giorni in cui gli uomini
          erano dolci e meravigliosi come gli Dei.
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            Scritta da: Paolo P

            Il Cavaliere

            È nella fede irremovibile dell'uomo
            è nella forza sconfinata del suo tuono.
            E tra la rovente spada e l'infuocato dardo
            Or risplende ancor un fulgore sguardo.

            Tra la robusta corazza
            Ov'è spazio per una nobile carezza,
            v'è celato un tenero cuore,
            Ove arde ancor un immenso amore.
            Composta mercoledì 9 dicembre 2009
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              Scritta da: Paolo P

              Donami un sorriso

              Donami un sorriso oh fulgida creatura,
              prendimi l'anima, non ho più paura.
              Donami le stelle in un tuo sguardo oh musa,
              son pietrificato dal tuo respiro, non chiedo scusa.

              Donami il giorno sole lucente,
              donami il chiarore della notte luna splendente.
              Rendimi quest'attimo per sempre magnifico,
              rendimi questo sentimento idillico.

              Una visione, una fantasia, un sogno sei stata
              nessuno mai come me ti avrebbe amata.
              Ci sarai ancora stanotte nel sonno sovente?
              Ci sarai ancora ad accarezzarmi il cuore rovente?
              Composta giovedì 17 settembre 2009
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                Scritta da: Paolo P

                Da queste cime

                Da queste cime continuo ad urlare
                non mollo, tengo duro
                stringo i denti, continuo ad osare
                per quest'ideale puro.
                Per la libertà
                per la pace
                per la felicità,
                uno spirito ci conduce
                verso la vittoria,
                uno spirito forte ed audace,
                impeto e ardire per la patria
                in nome della libertà e della pace.
                Composta nel 2007
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                  Scritta da: Paolo P

                  Non faccio che pensare a te

                  Non faccio che pensare a te,
                  non faccio che immaginare il tuo sorriso
                  i tuoi capelli, i tuoi occhi, il tuo bellissimo viso,
                  non faccio che sopravvivere per te.
                  Aspetto con ansia il giorno in cui ti rivedrò
                  forse non mi riconoscerai,
                  forse a me non penserai,
                  ma da te giuro che ritornerò.
                  Composta nel 2007
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                    Scritta da: Paolo P

                    La morte serena

                    Guardo attraverso l'orizzonte
                    scrutando il cielo e la terra
                    in cerca di una vita senza guerra,
                    una visione abbagliante
                    una luce immensa
                    il cuore mi attraversa,
                    dentro me la serenità,
                    ho trovato finalmente la felicità.
                    Ma non in questo mondo fatto di notte
                    Ma nel pacifico mondo della morte.
                    Composta nel 2007
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