Poesie preferite da Patrick Esposito

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Scritta da: Damiano Oliva

Un'illusione di felicità

Nel mio sogno da viaggiatore
tu eri la mia barca,
la mia unica salvezza da questo mare di illusioni.
All'orizzonte,
un sole fatto della stessa luce dei tuoi occhi
Illuminava il cielo di un colore sconosciuto.
Nessuna tempesta intimoriva il mio cuore debole
che, se pur immaturo,
era protetto dal tuo amore.

Ora
è solo zattera di legno marcio,
la barca che affonda nel freddo mare.
Solo buio nel mio cielo senza sole.
Mi attaccherò ai pezzi che restano;
ai pezzi che donano a me:
un'illusione di felicità.
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    Scritta da: Uno Qualunque

    Dateci la pace

    Come potrà,
    il vero io,
    trovare la pace?
    Quella pace persa fin dal primo respiro.

    Abituati ad una realtà che non ci appartiene,
    ci ritroviamo sotterrati nella fossa del finito
    sotto l'imponente foresta di stelle,
    che non ha fine agli occhi umani.

    Ci illude con la sua grandezza,
    impedendoci di cogliere il piccolo fiore dai veri petali infiniti,
    che cresce, in ognuno di noi, con radici delicate e sottili.
    Nato dei semi del tempo.

    Scaviamo nel petto:
    nello strato più nascosto.
    Ridiamo nuova vita al fiore
    che non ha età.

    Che diventi albero.
    Che irrompa oltre questa foresta buia!
    Eleviamo il pensiero da questa fossa.
    Dateci la chiave per comprendere il tutto:
    per tornare a essere il tutto.

    Dateci la pace.
    Composta lunedì 2 novembre 2015
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      Scritta da: Uno Qualunque
      Tra un battito e l'altro
      dei tuoi occhi:
      tornerà sempre la luce della vita.

      Nel tuo comune sguardo
      i petali si innalzano
      verso il cielo della vita.

      Un'intensa cenere
      oscura il mio,
      facendomi dimenticare il sorriso
      che avevo da bambino.

      Impedisce il nascere dei fiori.
      Dei dolci fiori
      impedisce il passar della luce
      della calda luce.

      Toccami e rimarrai gelato,
      non ho niente da offrire
      in questa vita.

      Fate tacere in me
      queste urla
      di bambini morti.
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        Scritta da: Pierre

        Notte di pianto

        Il ripetersi incessante d'armonie di pianto,
        ricordi sparsi, persi rancori
        lacrime d'odio e di dolce perdono,
        grida mutate dal pianto,
        desideri, sopiti nell'animo,
        di dolcezze nel mondo sparse
        e nel cuor svanite

        Un lamento costante permane
        nello stravolto volto avvolto nel pianto,
        eterno e muto in frammenti
        tra delicati e devastanti eventi,
        Un lamento sparso nel vuoto
        di un anima dolorante
        che implora dolcezza

        Il gridare d'una sola notte
        di freddo lacrimare,
        il rifletter del vile dolore,
        il tremare della delusione
        coglie convulsi spasmi di pianto
        che, implacabili, conducono
        l'anima a vani pensieri

        Il ricordo di tenere voci,
        suadenti menzogne,
        tormento dell'anima affranta
        e sorgono tra fiumi di pianto
        ingenui perché.
        Ampolle di cristallo s'infrangono,
        fittizie illusioni di relazioni sopite

        Deluse speranze, illuse e tradite,
        rantolano morenti tra crudeli realtà,
        come pesci su nuda roccia
        ma non spirano, vivono sofferenti e contorte
        tra mari di sangue versato
        dal cuore impigliato e squarciato
        da acuminati rovi di false promesse...

        Nulla... né rancore né odio...
        Nulla... nemmeno conforto.
        Solo cupa rassegnazione,
        pace corrotta da un nero oblio,
        vuota serenità dal sapore di morte...
        Un Nulla vorace che tutto divora...
        Unico superstite.
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          Attimi

          Accoccolata tra le tue braccia
          sento il tuo profumo che inebria la mia anima...
          Assaporo i nostri baci...
          Mi perdo nei nostri sguardi...
          Vibra di fremiti il mio corpo
          avvinghiata a te...
          Attimi che vorrei non finissero mai...
          Attimi in cui vorrei fermare il tempo
          buttar via l'orologio...
          Attimi infiniti
          ove veleggia il mio pensiero...
          Ora tramortita dalla stanchezza
          m'aggroviglio alle lenzuola
          che olezzano di noi...
          sognando domani...
          sognando la mia vita con te.
          Composta venerdì 22 gennaio 2016
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            Scritta da: Bryan Finadri

            Flusso indistinto

            Attimi.
            Sguardi fugaci di Anime a confronto,
            Vibrazione,
            Risonanza,
            Istantaneo è il Riconoscimento.
            L'estraneo si fa compagno, si fa fratello.
            I confini? Dissolti.
            Forse mai esistiti.
            Intimo contatto, in un metrò, all'angolo dell'ennesima strada, all'ennesima svolta dell'ennesima vita.
            Mille differenti esistenze incastonate tra un concepimento ed un singolo ultimo respiro;
            Vite nella vita che scoprono il riflesso di se stesse in uno specchio ad ogni viso, ad ogni atomo, inesorabilmente riproposto.
            Un'unica, medesima, camaleontica esistenza, immersa e composta essa stessa dal Flusso che pacifica gli opposti.
            Cuore Unico pulsante, Ironica Armonia che errando cerchi il Perfetto, la Perfezione, con gaudio dilettandoti tra magnetismo e repulsione, proponendo l'illusione stimoli l'Io a cercar la Verità;
            Memorabile,
            Indelebile,
            Rivoluzionaria Rivelazione.
            Tutto è Uno.
            L'Uno, è Tutto.
            Ed anche di più.
            Composta mercoledì 15 gennaio 2014
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              Scritta da: Alessandro Lemucchi

              Specchio di vita

              Avvolto nella rossa tunica
              dell'oblio consegno
              l'anima al demone oscuro
              che con nere lame di basalto
              uccide l'ultimo
              barlume d'amore.
              Nuvole tenebrose
              sull'orizzonte del fato
              foriere di speranza perduta
              cuore imprigionato
              nello specchio della vita
              ridotto in mille pezzi
              sparsi nel lago
              dei sogni infranti.
              Nessuna voce
              nessun canto
              sulle ali del vento
              e nel silenzio solo
              le urla di un'anima trafitta.
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                Scritta da: Salvatore Orefice

                D'amar non son maestro

                Per qual motivo soffro
                e il cor tanto mi duole?
                Eppur sempre con  tanto amor io m'offro
                ma la dolcezza mia più non mi vuole  

                Sarò stato forse troppo maldestro,
                senza saper usare  giusti modi?  
                Il canto mio non odi,
                d'amar non son maestro  

                Posso gridarlo forte al mondo intorno
                insino al nuovo giorno  

                Che t'amo, t'amo, t'amo veramente
                con il corpo e la mente.
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