Le migliori poesie inserite da Paul Mehis

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Scritta da: Paul Mehis

Per la vecchia denti-storti

Conosco una donna
che compera continuamente puzzle
cinesi
puzzle
cubi
cavi
pezzi che alla fine s'incastrano
in un ordine
li completa
matematicamente
risolve tutti i suoi
puzzle
vive giù in riva al mare
mette lo zucchero fuori per le formiche
e crede
alla fin fine
in un mondo migliore.
Ha i capelli bianchi
li pettina di rado
ha i denti storti
e indossa ampie tute informi
su un corpo che molte
donne vorrebbero avere.
Per anni mi ha irritato
con quelle che giudicavo
eccentricità - come i gusci d'uovo a mollo
(per nutrire le piante
col calcio).
Ma infine quando penso alla sua
vita
e la paragono alle altre vite
più eccitanti, più belle
e originali
mi accorgo che lei ha ferito meno
gente di tutti quelli che conosco
(e per ferire intendo semplicemente ferire).
Ha passato periodi tremendi,
periodi in cui avrei forse potuto
aiutarla di più
perché è la madre della mia unica figlia
e siamo stati un tempo grandi amanti,
ma ne è uscita,
come ho detto
ha ferito meno gente di
tutti quelli che conosco,
e se guardi le cose così,
beh,
ha creato un mondo migliore.
Ha vinto.
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    Scritta da: Paul Mehis

    Ode all'allegria

    Allegria
    Foglia verde
    Caduta dalla finestra.
    Minuscola chiarezza
    Appena nata,
    elefante sonoro
    abbagliante
    moneta,
    a volte
    fragile raffica,
    o
    piuttosto
    pane permanente,
    speranza compiuta,
    dovere svolto.
    Ti sdegnai allegria.
    Fui mal consigliato.
    La luna
    mi portò per i suoi cammini.
    Gli antichi poeti
    mi prestarono occhiali
    e posi
    accanto ad ogni cosa
    un nimbo oscuro,
    sul fiore una corona nera,
    sulla bocca amata
    un triste bacio.
    È ancora presto.
    Lascia che mi penta.
    Avevo pensato che soltanto
    se il mio cuore
    avesse bruciato
    il rovo del tormento,
    se la pioggia avesse bagnato
    il mio vestito
    nella regione violacea del lutto,
    se avessi chiuso
    gli occhi alla rosa
    e toccato la ferita,
    se avessi condiviso tutti i dolori,
    avrei aiutato gli uomini.
    Non fui nel giusto.
    Sbagliai i miei passi
    Ed oggi ti invoco, allegria.

    Come la terra
    sei
    necessaria.

    Come il fuoco
    sostieni
    i focolari.

    Come il pane
    sei pura.

    Come l'acqua d'un fiume
    sei sonora.

    Come un'ape
    Distribuisci miele volando.

    Allegria,
    fui un giovane taciturno,
    credetti che la tua chioma
    fosse scandalosa.

    Non era vero, me ne resi conto
    quando sul mio petto
    essa si sciolse in cascata.

    Oggi allegria,
    incontrata per strada,
    lontano da ogni libro,
    accompagnami.

    Con te
    voglio andare di casa in casa,
    voglio andare di gente in gente,
    di bandiera in bandiera.
    Tu non appartieni soltanto a me,
    Andremo sulle isole,
    sui mari.
    Andremo nelle miniere,
    nei boschi.
    E non soltanto boscaioli solitari,
    povere lavandaie
    o spigolosi, augusti
    tagliapietre,
    mi riceveranno con i tuoi grappoli,
    ma i congregati,
    i riuniti,
    i sindacati del mare o del legno,
    i valorosi ragazzi
    nella loro lotta.

    Con te per il mondo!
    Con il mio canto!
    Con il volo socchiuso
    della stella,
    e con la gioia
    della spuma!

    Io sono debitore verso tutti
    perché devo
    a tutti la mia allegria.

    Nessuno si sorprenda perché voglio
    consegnare agli uomini
    i doni della terra,
    perché ho imparato lottando
    che è mio terrestre dovere
    propagare l'allegria.
    E con il mio canto compio il mio destino.
    Composta mercoledì 23 settembre 2009
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      Scritta da: Paul Mehis

      Non pensarci, mia cara

      Non pensarci, mia cara,
      Non pianger più:
      a sospirare impara,
      e di non tornare, diglielo tu!

      Dolcezza mia, non impallidire,
      Non mostrare il volto triste e sconsolato:
      Oppure, se vuoi, spargi pure una lacrima - se n'è andato -
      Si, certo, era nato per morire!

      Ancora cosi pallida? Piangi pure, allora, a profusione,
      Che le lacrime tue conterò nel sentire:
      Saranno per te una benedizione
      Negli anni a venire!

      Vedi? A lasciato i tuoi occhi più sfavillanti
      d'un soleggiato ruscello,
      e le tue melodie sussurranti
      Son ancora più dolci di quello!

      Pure, poiché lacrime e pianto son seguaci
      Delle gioie fuggenti,
      Insieme piangiamo: ma le note dolenti
      Del rimpianto intrecciate sian di baci.
      Composta domenica 29 novembre 2009
      dal libro "Poesie" di John Keats
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        Scritta da: Paul Mehis
        Dice la sera: "Ho sete d'ombra"
        Dice la luna: "Io ho sete di stelle!"
        La fonte cristallina chiede labbra,
        sospiri chiede il vento.

        Io ho sete di aromi e di risate.
        Sete di canti nuovi
        Senza lune ne gigli,
        e senza amori morti.

        Un canto mattutino per cui tremi
        La quiete dei ristagni
        Dell'avvenire. E colmi di speranza
        Sia le onde che le melme.

        Un canto luminoso e sereno,
        pieno di pensiero,
        vergine di tristezza e di angosce
        e vergine di sogni.

        E senza carne lirica che colmi
        di risate il silenzio.
        (Uno stormo di cieche colombe
        lanciate al mistero. )

        Canto diretto al cuore delle cose
        e all'anima dei venti
        e che riposi infine nella gioia
        del cuore eterno.
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          Scritta da: Paul Mehis
          Lo trovarono che camminava lungo l'autostrada
          tutto rosso
          sul davanti
          aveva preso un barattolo arrugginito
          e si era tagliato l'organo
          sessuale
          come a dire:
          visto cosa mi avete
          combinato? Tanto vale che vi prendiate
          il resto.

          E un pezzo lo mise
          in una tasca
          un pezzo
          in un'altra
          e fu così che lo trovarono,
          mentre
          tirava di lungo.

          Lo affidarono
          ai dottori
          che cercarono
          di ricucirgli
          i pezzi
          ma i pezzi stavano
          benissimo
          così
          com'erano.

          Io penso certe volte a tutta la gran
          figa
          abbandonata
          ai mostri
          della terra.

          Forse era la sua protesta
          contro questo
          o la sua protesta
          contro
          tutto.

          Una Marcia alla Libertà
          fatta da un uomo solo
          che non ha mai trovato posto
          tra
          le critiche dei concerti
          e le classifiche
          del baseball.

          Dio, o qualcuno,
          lo
          benedica.
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            Scritta da: Paul Mehis

            Invictus

            Out of the night that covers me,
            Black as the pit from pole to pole,
            I thank whatever gods may be
            For my unconquerable soul.

            In the fell clutch of circumstance
            I have not winced nor cried aloud.
            Under the bludgeonings of chance
            My head is bloody, but unbowed.

            Beyond this place of wrath and tears
            Looms but the Horror of the shade,
            And yet the menace of the years
            Finds and shall find me unafraid.

            It matters not how strait the gate,
            How charged with punishments the scroll,
            I am the master of my fate:
            I am the captain of my soul.
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              Scritta da: Paul Mehis

              Angeli caduti

              Ho visto Angeli
              sprofondati all'Inferno ribellarsi,
              bruciavano
              le loro ali di cera,
              candide come gigli.

              Ho visto Angeli
              incatenati a ricordi
              nostalgici
              estenuati dalle battaglie,
              perdere la speranza.

              Ho visto Angeli
              dal viso incrostato dal sale,
              intrappolati in oscene ragnatele
              del Tempo,
              come anello saldato sulla carne.

              Ma la rassegnazione al vuoto,
              emana lezzo di putrefazione e
              come un palloncino sfuggito a un bimbo,
              esplode...

              prima di giungere al Cielo.
              Composta domenica 6 settembre 2009
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                Scritta da: Paul Mehis

                Paul ed io...

                Ombra che nasci dalla luce...
                Svolgi la tua mansione!
                Passi ovunque... Arrivi ovunque...
                Senza volto, senza nome... ne pensiero, ne emozione.

                Ombra di ghiaccio...
                Fuggi come vento!
                Fuggi gli sguardi!... Fuggi gli echi lontani!
                Dura come il marmo... Friabile come il calcare.

                Ombra di carne... Rammenta!
                L'indissolubile legame che ti porti appresso...
                l'eterno patto con l'alba del nuovo giorno
                Senza di essi... cessi di esistere.

                Senza te... l'immensa biglia continuerà a ruotare...
                Composta giovedì 28 maggio 2009
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