Poesie preferite da Paul Mehis

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La notte

So poco della notte
ma la notte sembra sapere di me,
e in più, mi cura come se mi amasse,
mi copre la coscienza con le sue stelle.
Forse la notte è la vita e il sole la morte.
Forse la notte è niente
e le congetture sopra di lei niente
e gli esseri che la vivono niente.
Forse le parole sono l'unica cosa che esiste
nell'enorme vuoto dei secoli
che ci graffiano l'anima con i loro ricordi.

Ma la notte deve conoscere la miseria
che beve dal nostro sangue e dalle nostre idee.
Deve scaraventare odio sui nostri sguardi
sapendoli pieni di interessi, di non incontri.

Ma accade che ascolto la notte piangere nelle mie ossa.
La sua lacrima immensa delira
e grida che qualcosa se n'è andato per sempre.

Un giorno torneremo ad essere.
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    L'angolo nel mare

    È una grotta nel letto
    di serpentine lenzuola scalpitate da sussurri echeggianti;
    di montuose colonne vertebrali scosse da silenzi vibranti;
    di una lingua che come un terzo occhio,
    nell'oscurità di ombre in movimento,
    ammira, assaporandola,
    la rugiada calda
    di una luna liquefatta
    sbrilluccicante nel nero cielo.
    Composta domenica 27 dicembre 2009
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      Epigrafe per un libro condannato

      Non scrissi, o lettore innocente,
      pacifico e buon cittadino,
      per te questo mio saturnino
      volume, carnale e dolente.

      Se ancora non hai del sapiente
      Don Satana appreso il latino,
      non farti dal mio sibillino
      delirio turbare la mente!

      Ma leggimi e sappimi amare,
      se osi nel gorgo profondo
      discendere senza tremare.

      O triste fratello errabondo
      che cerchi il tuo cielo diletto,
      compiangimi, o sii maledetto!
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        Scritta da: Silvana Stremiz

        Fra mille anni e mille sguardi

        Vivo per te da quel primo sguardo
        respiro di te anche quando non ci sei,
        combatto battaglie perse
        sperando di vincere,
        sogno e mi illudo un po'.

        E... Attendo...
        Un nuovo incontro
        un nuovo sguardo,
        l'intrecciarsi delle nostre anime.

        In altri cieli, in altri mari
        e fra mille anni e mille sguardi
        so che ti riconoscerò.

        Con altre sembianze, con altro profumo
        più giovane o più vecchio,
        capelli scuri o capelli bianchi,
        sarai sempre tu... parte di me

        Saprò chi sei... perché sei me,
        riconoscerò la tua anima
        perché parte di me.

        Sei quel respiro che mi confonde
        che meravigliosamente mi compone,
        che dà senso al mio essere qui,
        ad ogni lacrima versata.
        Perché ogni lacrima
        è stata semplicemente vivere.
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          Scritta da: Lorenzo Bonadè

          Ed eri così bella

          Ed eri così bella
          quando le nostre strade erano già segnate
          i nostri destini scritti
          come altri prima di noi
          figli di una natura che più non ci avrebbe amato
          creature che fantasticavano ancora i fiori
          ma la Terra vittima dei propri figli
          non avrebbe più perdonato l'ambizione umana.
          Ero così bello
          quando le guerre atomiche erano prossime
          quando non sapevamo nulla della vita
          di pianeti, di costellazioni, della morte
          inutili vite le nostre, per il sistema inutilizzabili
          vite come secoli e secoli già prima di noi spente, schiacciate, dimenticate.
          Così belle quando un bacio veniva punito
          come reato, condannati all'ergastolo gli amanti
          perché non più conosciuto, inutile al cammino dell'Universo
          amanti per un giorno e fuorilegge per l'eternità,
          fermasti con la tua luce il progresso dell'uomo.

          Sì belli
          perché senza tempo
          immolati per un istante
          nella moria dei pianeti.
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            Scritta da: Paul Mehis
            Dice la sera: "Ho sete d'ombra"
            Dice la luna: "Io ho sete di stelle!"
            La fonte cristallina chiede labbra,
            sospiri chiede il vento.

            Io ho sete di aromi e di risate.
            Sete di canti nuovi
            Senza lune ne gigli,
            e senza amori morti.

            Un canto mattutino per cui tremi
            La quiete dei ristagni
            Dell'avvenire. E colmi di speranza
            Sia le onde che le melme.

            Un canto luminoso e sereno,
            pieno di pensiero,
            vergine di tristezza e di angosce
            e vergine di sogni.

            E senza carne lirica che colmi
            di risate il silenzio.
            (Uno stormo di cieche colombe
            lanciate al mistero. )

            Canto diretto al cuore delle cose
            e all'anima dei venti
            e che riposi infine nella gioia
            del cuore eterno.
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