Poesie preferite da Paul Mehis

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Scritta da: Young Dreamer ...
E dopotutto ci sono tante consolazioni!
C'è l'alto cielo azzurro, limpido e sereno,
in cui fluttuano sempre nuvole imperfette.
E la brezza lieve [...]
e, alla fine, arrivano sempre i ricordi,
con le loro nostalgie e la loro speranza,
e un sorriso di magia alla finestra del mondo,
quello che vorremmo,
bussando alla porta di quello che siamo.
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    Scritta da: Eclissi

    (Io) Farfalla Notturna

    Nuda di colori
    Rotte le catene della luce e dell'ombra
    Del chiarore abbagliante dell'evidenza
    Schiava sei
    Del tuo errare notturno.
    Invisibili trame di desiderio
    Sospingono il tuo inquieto incedere
    E nel buio elettrico di sospiri e danze
    Carezzano le tue ali...
    Coralli lunari si schiudono tra le tue fibre!
    Marea odorosa t'inebria di Assoluto
    Vacilla la tua Follia
    Divorata d'Amore ed incensi
    Spezza il respiro la tua Sete ingorda
    Famelica sei – farfalla notturna –
    Affamato il tuo battere d'Ali!
    Disperato il tuo bruciare, lirica e immensa!
    Trema il tuo Essere!
    Trema la Terra, sussulta la Notte!
    Grida il cuore impazzito!
    Spingi il tuo volo tra dita struggenti
    Esplodi nell'abbraccio di Luce!
    E ti infrangi
    In mille scintille Appassionate...
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      Scritta da: Eclissi

      A una passante

      Urlava attorno a me la via assordante.
      Lunga, sottile, in lutto, maestoso
      dolore, alto agitando della gonna
      il pizzo e l'orlo con fastosa mano,
      una donna passò agilmente, nobile,
      con la sua gamba statuaria. Ed io,
      come un folle, bevevo nel suo occhio
      - livido cielo nel cui fondo romba
      l'imminente uragano - la dolcezza
      affascinante e il piacere che uccide.
      Un lampo... poi la notte! - O fuggitiva
      beltà, per il cui sguardo all'improvviso
      sono rinato, non potrò vederti
      che nell'eternità? In un altro luogo,
      ben lontano di qui, e troppo tardi,
      mai, forse! Perché ignoro dove fuggi,
      e tu non sai dove io vado, o te
      che avrei amata, o te che lo sapevi!
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        Scritta da: Eclissi

        Inno alla Bellezza

        Tu vieni dal profondo cielo o sorgi
        dall'abisso, o Beltà? Versa il tuo sguardo
        infernale e divino, mescolati,
        il beneficio e il crimine, e per questo
        al vino ti potrei rassomigliare.
        Hai nell'occhio l'aurora ed il tramonto;
        come una sera tempestosa spandi
        profumi; ed i tuoi baci sono un filtro,
        e la tua bocca un'anfora, che fanno
        coraggioso il fanciullo, l'eroe vile.
        Sorgi dal nero abisso oppure scendi
        dalle stelle? Il Demonio, affascinato,
        come un cane è attaccato alle tue gonne;
        spargi a caso la gioia ed i disastri,
        e tutto reggi, e di nulla rispondi.
        Sopra i morti, o Beltà, di cui ti ridi,
        cammini. Non è il meno affascinante,
        l'Orrore, tra le tue gioie; amoroso
        sopra il tuo ventre orgoglioso danza
        l'Omicidio, fra i ciondoli il più caro.
        Vola abbagliata verso te l'effimera,
        o candela, fiammeggia stride e dice:
        "Benediciamo questa torcia! " Anela
        l'innamorato chino sulla bella,
        e ha l'aria d'un morente che accarezza
        la sua tomba. O Beltà, che cosa importa,
        o mostro spaventoso enorme ingenuo,
        che tu venga dal cielo o dall'inferno,
        se mi schiude la porta il tuo sorriso
        ed il tuo piede e l'occhio a un Infinito
        adorato ed ancora sconosciuto?
        Di Satana o di Dio, che importa? Angelo
        o Sirena, che importa se mi rendi,
        - fata dagli occhi di velluto, ritmo,
        profumo, luce, unica regina! -
        questo universo meno ripugnante
        e questi brevi istanti meno gravi?
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          Scritta da: Eclissi
          Un tango nostalgico e struggente
          Danzato in un abbraccio che iniettava veleno
          Abbandonata tra braccia e movenze
          Seguivo un corpo bugiardo di intense illusioni
          Era un vortice, era tempo fermo e sospeso
          Era carne che sapeva vestirsi e svestirsi
          Di promesse e disprezzo
          Era bugia appassionata
          E sublime
          Sussurrata sulla pelle
          E le parole erano gocce, scorrevano sulle mie dune
          Annidandosi nelle mie conche assetate
          Stillando il loro perverso lirismo
          Là dove ero più fragile.
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            Potessero le mie mani sfogliare

            Pronunzio il tuo nome
            nelle notti scure,
            quando sorgono gli astri
            per bere dalla luna
            e dormono le frasche
            delle macchie occulte.
            E mi sento vuoto
            di musica e passione.
            Orologio pazzo che suona
            antiche ore morte.
            Pronunzio il tuo nome
            in questa notte scura,
            e il tuo nome risuona
            più lontano che mai.
            Più lontano di tutte le stelle
            e più dolente della dolce pioggia.
            T'amerò come allora
            qualche volta? Che colpa
            ha mai questo mio cuore?
            Se la nebbia svanisce,
            quale nuova passione mi attende?
            Sarà tranquilla e pura?
            Potessero le mie mani
            sfogliare la luna!
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              Il mio cuore oppresso
              con l'alba avverte
              il dolore del suo amore e il sogno delle lontananze.
              La luce dell'aurora porta
              rimpianti a non finire
              e tristezza senza occhi
              del midollo dell'anima.
              Il sepolcro della notte
              distende il nero velo
              per nascondere col giorno
              l'immensa sommità stellata.
              Che farò in questi campi
              cogliendo nidi e rami,
              circondato dall'aurora
              e con un'anima carica di notte!
              Che farò se con le chiare luci
              i tuoi occhi sono morti
              e la mia carne non sentirà
              il calore dei tuoi sguardi!

              Perché per sempre ti ho perduta
              in quella chiara sera?
              Oggi il mio petto è arido
              come una stella spenta.
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