Poesie inserite da Pierre

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Scritta da: Pierre
Nero sangue incrostato
lacrima nel cuore,
antiche ferite rimarginate,
cicatrici eterne
scatenanti sorpresi sussulti...
profondo squarcio,
un grido elevato al cielo...
duro volto scolpito
nella nuda roccia
guarda, severo,
immoto ammira
il nuovo lacrimare...
il cuore più non sanguina,
gli occhi non piangono,
piccola, sola l'anima timorosa
mormora, si lamenta
tra inudibili sussurri...
lacrima forse?
O forse sanguina?
... no, ne lacrima ne sanguina,
solo sussurra e geme...
come la odo?
Ho forse perduto il senno
come ho perduto il dolce cuore?
Il mio rigore è forse fuggito?
Un fiore sboccia,
un nero fiore sboccia...
cos'è questo fiore?
"Il tuo senno perduto"
odo in un bisbiglio...
"chi sei tu, la anima mia?"
... Silenzio, solo neri petali,
solo il lento sbocciare
d'un putrido fiore...
Putrido?
"Non è forse il più bel fiore?"
"Chi è quel fiore?"
... Silenzio, no,
l'anima mia sussurra
"Quello è il nascituro
figlio del tuo dolore,
lui è il male che in te dimora,
lui solo una cosa teme,
il dolce tuo cuore che
da sempre ti distingue,
il cuore che, troppo ferito
hai lasciato fuggire..."
Plana al suolo un nero petalo...
"Poeta riaccogli il tuo cuore,
lacrima il fiume delle tue parole...
Poeta torna il mio padrone
seguace di Amore..."
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    Scritta da: Pierre
    Colei che ti ha portato a pianto e riso,
    gioiose grida e stridore di denti,
    Colei che ti ha portato sorriso
    e fatto sprofondare trai lamenti.

    ricordo al volto di lacrime intriso,
    ricorda ch'eri con ginocchia cadenti
    ora che sei ritto in piedi e deciso
    dissolte son fragilità evidenti

    or t'ergi come monte dignitoso,
    or miri severamente ai tuoi piedi
    e, duro, seguenti parol pronunci

    "è per te conveniente se rinunci
    al sentirti mio pari come vedi".
    Alla, causa del dolor amoroso.
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      Scritta da: Pierre

      Notte di pianto

      Il ripetersi incessante d'armonie di pianto,
      ricordi sparsi, persi rancori
      lacrime d'odio e di dolce perdono,
      grida mutate dal pianto,
      desideri, sopiti nell'animo,
      di dolcezze nel mondo sparse
      e nel cuor svanite

      Un lamento costante permane
      nello stravolto volto avvolto nel pianto,
      eterno e muto in frammenti
      tra delicati e devastanti eventi,
      Un lamento sparso nel vuoto
      di un anima dolorante
      che implora dolcezza

      Il gridare d'una sola notte
      di freddo lacrimare,
      il rifletter del vile dolore,
      il tremare della delusione
      coglie convulsi spasmi di pianto
      che, implacabili, conducono
      l'anima a vani pensieri

      Il ricordo di tenere voci,
      suadenti menzogne,
      tormento dell'anima affranta
      e sorgono tra fiumi di pianto
      ingenui perché.
      Ampolle di cristallo s'infrangono,
      fittizie illusioni di relazioni sopite

      Deluse speranze, illuse e tradite,
      rantolano morenti tra crudeli realtà,
      come pesci su nuda roccia
      ma non spirano, vivono sofferenti e contorte
      tra mari di sangue versato
      dal cuore impigliato e squarciato
      da acuminati rovi di false promesse...

      Nulla... né rancore né odio...
      Nulla... nemmeno conforto.
      Solo cupa rassegnazione,
      pace corrotta da un nero oblio,
      vuota serenità dal sapore di morte...
      Un Nulla vorace che tutto divora...
      Unico superstite.
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        Scritta da: Pierre
        Ilaria, dolce come il favo e
        bella come l'arder del più lucente astro.
        Tu, dall'alto, come dea pagana,
        hai soffiato una legione di fumo,
        destinata al disperdersi nel vento del tempo,
        a questo tormentato poeta.

        Il rigore si separa dalla mente sua,
        si veste in armatura e
        come paladino difende l'indifendibile poeta.
        Sferra fendenti vani al vuoto fumo,
        resiste tenace tra atroci ferite,
        e cede morente sotto i colpi
        di mortale inconsistenza
        povero rigore impotente all'amore,
        già sconfitto, lotta tra defunte speranze.

        Oh ilaria, le tue legioni
        oltrepasseranno il freddo distacco
        che riveste ora quel poeta come ferrea armatura.

        Ilaria spiega al poeta sconfitto
        nel tuo dolce e imperturbabile canto,
        come il cozzare delle tue legioni
        su questo piagato corpo
        spinga l'anima a desiderare
        più intensamente la presenza tua.
        Forse il tuo spirare ha trafitto il suo cuore?

        La sua mente ha già ceduto al tuo influire,
        perché conduce l'anima di questo poeta
        alla donna che nel fiatare lo distrusse?
        Come puoi tu ilaria vincerlo
        così facilmente, puoi essere realmente
        tanto potente al confronto dei poeti dal volgo distinti?

        Questo poeta è vinto, ora l'anima sua,
        essenza dei sospiri in tributo a te,
        ed il cuore che fortemente t'invoca
        domandano a te supplicanti
        (gli uni una volta sola ripetuta dal numero,
        l'altro ripetendosi al giungerti d'ogni sospiro)
        "donna sopra ogni bellezza
        capace di vincere quel poeta,
        un tempo nostro padrone,
        cibati di noi che t'apparteniamo".
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          Scritta da: Pierre

          Il ricordo

          Il ricordo dei tempi
          senza vuoti che or solo tu riempi
          mi ricorda di giorni di sole
          quando eri tutto ciò che un uomo vuole
          quando il tuo sorriso mi portava grandezza
          e nel tuo viso contemplavo la bellezza.

          Quando la tua sola presenza
          mi infondeva enorme potenza
          trasformandomi in un nuovo io
          più felice e forte e vicino al nostro Dio
          e solo tuo era il saluto
          che Cuor curava dal suo vissuto.

          Ma ora il dolore della tua mancanza
          mi spinge qui in questa vuota stanza
          a scriver che la tua compagnia
          è ormai il bisogno dell'anima mia
          e che di semplici gesti ha bisogno il cuore
          donati anche non richiesti per generare stupore.

          Ma ora quando siamo insieme mi ignori
          e il mio dolor anzi che alleviare peggiori.
          Ed è tacendo che dopo i gesti più belli
          al posto d'esser mio riparo mi accoltelli
          ed è soffrendo e piangendo che ti perdono
          perché ricordo di darti l'amore come dono.
          Composta venerdì 2 gennaio 2015
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